L’incendio che ha ucciso un’intera famiglia di Brooklyn durante il fine settimana è divampato a causa di una batteria agli ioni di litio utilizzata per alimentare uno scooter elettrico di proprietà di una delle vittime. A spiegarlo sono i funzionari dell’FDNY.
La batteria accesa ha creato un “muro di fuoco” che ha reso estremamente difficile per i residenti fuggire dalla loro abitazione al 242 di Albany Ave a Crown Heights. L’incendio è scoppiato poco dopo le 4:30 di domenica, uccidendo Albertha West di 81 anni, suo figlio Michael West, 58 anni, e il nipote Jamiyl West di 33 anni.
“Il volume degli incendi che vediamo provenire da queste batterie crea condizioni insostenibili sia per l’uscita dei residenti, ma anche per l’ingresso” ha detto il commissario dei vigili del fuoco Laura Kavanagh in una conferenza stampa annunciando la causa dell’incidente. Le tre vittime sono state prelevate dalla casa a tre piani e inizialmente ricoverati in ospedale con ferite gravi prima di essere dichiarati morti domenica successiva. Almeno altre 14 persone sono rimaste ferite, incluso un vigile del fuoco che ha riportato ferite gravi ma non mortali. “Si è trattato di un incendio difficile e pericoloso che ha suscitato una massiccia risposta da parte dei nostri membri e ha ferito gravemente uno dei nostri vigili del fuoco“, ha detto Kavanaugh.
Incendio a Brookyln: batteria a litio ampiamente danneggiata
In casa della famiglia di Brooklyn è stata trovata una batteria agli ioni di litio “ampiamente danneggiata” come ha aggiunto il capo dell’FDNY. Lo scooter apparteneva a una delle vittime dell’incendio, secondo il capo dei vigili del fuoco Daniel Flynn. Due scooter sono stati trovati al piano terra, dove è divampato l’incendio, ha spiegato. “Scommetto davvero che la famiglia West, quando ha acquistato questo dispositivo, ha pensato che fosse sicuro”, ha aggiunto Kavanagh. “La cosa più importante che potremmo fare è garantire che i dispositivi non sicuri non possano essere venduti”.
Il commissario dei vigili del fuoco ha definito i dispositivi “bombe a orologeria” che la città ha “fatto di tutto per affrontare” ma ha sostenuto che il settore privato non starebbe facendo la sua parte, come spiega il New York Times. “C’è sangue nelle mani di questo settore privato, sia da parte dei rivenditori online che continuano a vendere questi dispositivi illegali fino ad oggi. E dalle app di consegna cibo che continuano a pensare che questo problema si risolverà da solo”, ha detto. “Non possiamo e non resteremo a guardare mentre l’industria non fa nulla per risolvere un problema che è ai loro piedi e per il quale possono fare qualcosa oggi”, ha aggiunto Kavanagh.