Il drammatico incendio della cascina di Quargnento, in provincia di Alessandria, sarà al centro della nuova puntata di Quarto Grado, in onda stasera su Rete 4. Tre vigili del fuoco, intervenuto in soccorso degli altri colleghi, purtroppo hanno perso la vita. I funerali delle tre vittime – Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonio Candido – sono in programma per la mattina di oggi, venerdì 8 novembre alle ore 11 presso il Duomo di Alessandria. Ma cosa è successo realmente la notte tra lunedì e martedì scorsi? Le indagini proseguono e gli inquirenti indagano per omicidio plurimo e crollo doloso di edificio. Varie le ipotesi in merito al movente che al momento resta ancora un mistero. Secondo quanto emerso dagli accertamenti investigativi, non è escluso che alla base del disastro possano esserci stati dissidi in famiglia, sebbene siano stati smentiti dal proprietario stesso della cascina. Al vaglio anche un presunto rimborso assicurativo. Tuttavia il sentore è che ci si avvicini sempre di più ad una svolta importante che possa contribuire a fare luce su quanto accaduto nell’esplosione programmata che ha ucciso i tre vigili del fuoco.



INCENDIO ALESSANDRIA: LE IPOTESI

L’ipotesi della fuga di gas, inizialmente avanzata in merito all’incendio di Alessandria, sembra lasciare sempre più spazio alla pista dolosa. Ad alimentare questa teoria, il ritrovamento di inneschi su bombole a gas e di un timer impostato alle ore 1.30 di notte, come se si volesse dirigere a distanza l’esplosione. Secondo la ricostruzione dell’accaduto resa da Next Quotidiano, chi ha innescato il principio di incendio e le successive esplosioni, “è entrato e uscito senza forzare cancelli e porte blindate”, sebbene dalle prime indiscrezioni era trapelata una presunta effrazione a una delle finestre della cascina. Chi ha organizzato il “tentato omicidio plurimo” in seguito al “crollo doloso” dell’edificio, conosceva l’esistenza di un passaggio agevole sul retro ed era certo che le telecamere di sorveglianza dell’ex maneggio non erano più alimentate dalla corrente elettrica. Dopo la tragedia, i Ris e gli uomini del Nia (Nuclei investigativi antincendi) hanno setacciato l’intera area scavando tra le macerie alla ricerca di indizi utili a spiegare in che modo siano state preordinate le esplosioni, utilizzando bombole del gas azionate da timer che hanno innescato una sorta di effetto domino.



PROPRIETARIO CASCINA: “MOVENTE È INVIDIA”

Chi avrebbe davvero voluto distruggere la cascina di Quargnento, al punto da mettere bombole e timer provocando l’uccisione di tre vigili del fuoco? Il giallo resta anche se, come riferisce Libero Quotidiano, il proprietario della cascina esplosa avrebbe deciso di parlare  con la stampa. L’imprenditore Giovanni Vincenti, al quotidiano Il Messaggero ha spiegato di avere un’idea sul possibile movente: “Pura e semplice invidia. Ho fornito agli investigatori i nomi di possibili sospetti”, ha detto. Vincenti ha quindi smentito l’ipotesi più accreditata, ovvero quella di aver dato fuoco allo stabile per ottenere il rimborso dell’assicurazione, ma anche la pista del dissidio familiare. Una ricostruzione, quest’ultima, che avrebbe fatto non poco infuriare l’imprenditore. “Quella della lite familiare è la cattiveria più grossa che potessero dire. Non ho problemi con mio figlio e l’ho dimostrato agli investigatori”, ha replicato. Intanto proseguono gli interrogatori ai vicini di casa anche se nel registro degli indagati non comparirebbero ancora dei nomi. Buona notizia, infine, sul fronte dei due pompieri Dodero e Trombetto e del carabiniere Borlengo rimasti feriti, le cui condizioni sarebbero in miglioramento.

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