L’incendio all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli ha sconvolto la cittadina alle porte di Roma intorno alle 22:30 dell’8 dicembre. All’improvviso, nel nosocomio, ha iniziato a diffondersi l’odore di plastica bruciata. “Era molto fastidioso. Sono uscito fuori per prendere aria ma l’odore era ancora più forte. Sono rientrato e dopo qualche secondo è andata via la luce” rivela un testimone, Paolo Gabrielli. In quel momento le fiamme stavano già avvolgendo la struttura. “Erano le 22.40 quando sono iniziate ad arrivare le prime richieste di soccorso” racconta Andrea Di Lisa, responsabile della Protezione Civile di Tivoli, a La Stampa.



L’incendio è scoppiato sul retro, in un’area dove sono stipati i rifiuti speciali. A prendere fuoco è stato uno dei container ma le fiamme sono arrivate presto al pronto soccorso, raggiungendo anche i cavi dell’energia elettrica. Come rivela il cappellano Padre Lorenzo, gli infermieri hanno iniziato a portare via in braccio i pazienti urlanti e spaventati. Come spiega Libero, la Asl Roma 5 due anni fa scriveva: “La struttura presenta problemi di compartimentazione antincendio legato agli interventi di ampliamento dei fabbricati”. Nell’ottobre del 2021 l’azienda aveva deliberato una procedura negoziata per l’affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria per “l’adeguamento e messa a norma antincendio dell’ospedale di Tivoli”. Quasi un milione di euro per dei lavori che però non sarebbero ancora stati completati. 



Ospedale di Tivoli, si indaga sull’origine delle fiamme

Andrea Di Lisa, responsabile della Protezione Civile di Tivoli, racconta: “Sono arrivato all’ospedale qualche minuto dopo e mi sono reso conto che la situazione era già non recuperabile e l’evacuazione era in atto. Con il passare dei minuti sono giunte diverse squadre dei vigili del fuoco”. Le fiamme sono partite dal “piano strada in un’area all’interno del perimetro dell’ospedale, dove c’era un container per immagazzinare rifiuti speciali. Era materiale altamente infiammabile, ha preso fuoco e da lì si è propagato verso la struttura” sottolinea a La Stampa.



L’attività giudiziaria sta ora indagando per capire come abbiano preso fuoco questi rifiuti. “Sappiamo che gli operatori antincendio non sono riusciti a domare le fiamme, che si sono sollevate fino a 6 metri, quindi è stato facile che si propagassero al piano che si trova subito sotto i rifiuti e da lì si è spostato verso il pronto soccorso, poi ha avvolto le tapparelle, i controsoffitti e quindi il fumo si è diffuso in tutto l’ospedale”. Davanti, i soccorsi si sono trovati “una scena apocalittica”. Il personale sanitario fin dai primi istanti ha lavorato per portare via i pazienti, spiega ancora il responsabile della Protezione Civile.