Si torna a parlare dell’incendio nel grattacielo di Milano dopo le ultime notizie delle passate ore. Tra i nuovi retroscena sul terribile rogo che ha distrutto un palazzo di 18 piani, ne spunta uno reso noto dall’agenzia di stampa Ansa, secondo il quale sul balcone del quindicesimo piano dal quale sarebbero divampate le fiamme, ci sarebbero stati sacchi con rifiuti. Lo avrebbero riferito i proprietari sentiti dai magistrati. Potrebbero questi sacchi aver preso fuoco e da lì aver incendiato i pannelli talmente infiammabili che avrebbero trasformato il grattacielo in torcia in appena 7 minuti?



Ancora oggi, come ribadito anche nel corso della trasmissione Iceberg Lombardia che si è occupata del caso, non ci sarebbe una causa sull’innesco, tuttavia secondo gli inquirenti sarebbe sicuramente escluso il dolo. Al vaglio ci sarebbe anche il cosiddetto “effetto lente” ma anche l’ipotesi del mozzicone di sigaretta. Escluso invece un cortocircuito ed un possibile malfunzionamento della batteria. Pare inoltre che la ditta spagnola produttrice dei pannelli ne avrebbe sconsigliato l’installazione.



Incendio grattacielo Milano: i dubbi sui pannelli

C’è una certezza nel giallo dell’incendio di Milano: i pannelli che rivestivano il grattacielo non erano ignifughi e soprattutto erano consigliati solo per edifici bassi. Proprio su questo aspetto starebbe lavorando la procura. Ma come è possibile che il palazzo, costruito nel 2011, sia stato realizzato con pannelli in Larson Pe? Questo è spiegato dal fatto che fino al 2013 era tollerato da norme edilizie, quindi i costruttori hanno agito in maniera idonea prima che l’Unione Europea lo classificasse come “normalmente combustibile”.



La presenza di sacchetti dei rifiuti sul balcone potrebbe aver contribuito a far partire l’incendio. Non è escluso che un vicino possa aver buttato un mozzicone di sigaretta. Avanza però anche l’ipotesi ‘effetto lente’. E’ possibile che una bottiglia di vetro sul terrazzo possa aver fatto da lente riflettendo i raggi solari su un altro oggetto, probabilmente un sacchetto dei rifiuti che con l’alta temperatura avrebbe iniziato a bruciare. Resta tuttavia il mistero sugli allarmi anti incendio che non sarebbero scattati: come mai? Chi aveva il compito di controllarli? Agli inquilini del palazzo andato in fiamme, al momento dell’acquisto avevano assicurato che i pannelli fossero ignifughi e sicuri, ma alla fine così non è stato. Non erano infatti in Alucobond bensì in materiale plastico sintetico.