Un incendio di origine dolosa ha messo a rischio il carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano nella notte tra domenica e lunedì. I Vigili del Fuoco, come ricostruito da Libero Quotidiano, sono stati chiamati a domare le fiamme. Un lavoro durato ben tre ore. Non ci sono stati per fortuna feriti, ma non è stato però possibile evitare ingenti danni alle quattro celle coinvolte con arredi e vetri andati distrutti. Gli agenti hanno dovuto evacuare 67 detenuti, che sono stati sistemati in un’area comune messa in sicurezza. 



È stata dunque una notte di tensioni e proteste nell’istituto penitenziario. Il rogo, in base a quanto ricostruito, è stato infatti appiccato volontariamente dai detenuti, che hanno dato fuoco ad un materasso. Anche lo spostamento dei minori da un’area all’altra è stato problematico. Una dozzina di loro non erano intenzionati a rientrare nelle celle e si sono scontrati con gli agenti in servizio, in quel momento soltanto in quattro. È per questo motivo che sono state avvisate la Questura e il Reparto mobile. Sul posto si sono recati anche gli operatori del 118, dopo che un egiziano di 18 anni ha iniziato ad avere le convulsioni. Anche i sanitari sono stati tuttavia vittima di insulti e aggressioni verbali.



Disordini nel carcere Cesare Beccaria di Milano: la denuncia dei sindacati

I sindacati, dopo l’incendio doloso nel carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano, sono tornati a denunciare una situazione insostenibile per gli agenti della Polizia penitenziaria, costretti a dovere gestire i disordini quasi quotidianamente. “È un dramma. I nostri colleghi fanno doppi turni e lavorano in strutture dove i sistemi di vigilanza e sicurezza sono ridossi all’osso, così vengono esposti a situazioni di pericolo”, ha affermato Domenico Pianese, segretario generale del Coisp.

È per questo motivo che il rappresentante ha chiesto alla politica che vengano presi provvedimenti. “In Italia servono delle vere politiche carcerarie e questo Governo ha ereditato una situazione difficile. È urgente da un lato predisporre un piano di edilizia carceraria per aumentare la ricettività delle strutture, dall’altro recuperare quei vuoti di organico causati dalla legge Madia e dal blocco del turnover con assunzioni straordinarie”, ha concluso.