L’incendio che si è propagato da circa 48 ore a questa parte sull’isola di Rodi, in Grecia, ha causato la più grande evacuazione di massa nella storia della nazione. In totale sono state tratte in salvo circa 30mila persone, e le autorità nelle ultime ore hanno evacuato anche 17 villaggi a Corfù per via di un nuovo incendio scoppiato nelle ultime ore. Diversi i focolai che sono scoppiati nella zona di Perithia, a nord est di Corfù, così come riferito dai media, e 59 persone sono state messe in sicurezza mentre si trovavano sulla spiaggia di Nisaki. I vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta per impedire che le fiamme raggiungessero le abitazioni e la protezione civile ha diramato un appello in cui si raccomanda a chi si trova in quel di Santa, Megoula, Porta, Palia Perithia e Sinies di raggiungere la località sicura di Kasiopi. Juri Viesi, gestore di un hotel a Lindos, ha invece rilasciato un’intervista a Rainews24 per cercare di testimoniare la difficile situazione che si sta vivendo in queste ore, rivolgendosi poi ai turisti: “Non venite adesso a Rodi”.
Gli italiani che dovranno recarsi sull’isola nelle prossime ore dovranno contattare la propria agenzia di riferimento per cercare di capire come poter annullare la prenotazione, visto che al momento non è appunto consigliabile sbarcare a Rodi vista la situazione di grave difficoltà. A Il Messaggero, invece, la testimonianza, di due turisti romani che hanno vissuto in prima persona il devastante incendio di Rodi: «Siamo stati costretti a fuggire con il poco che avevamo con noi, praticamente in costume da bagno e poco altro. Tutte le nostre cose sono rimaste nella stanza dell’hotel. E le strade sono bloccate, la polizia non ci fa andare neppure per recuperare i bagagli perché gli incendi stanno continuando. Davvero non so cosa potremo fare nei prossimi giorni». A parlare sono Ornella Catarinacci e Gabriele Tozzi, moglie e marito 40enni che si sono recati a Rodi lo scorso 20 luglio assieme al figlio di otto anni.
INCENDIO RODI, IL RACCONTO DI DUE TURISTI DI ROMA
Questo il loro racconto drammatico: «Venerdì tutto sembrava tranquillo, anche se dal balcone della nostra stanza si percepiva l’odore di fumo. Sabato mattina, alla reception nessuno ci ha avvertito del pericolo, tutto normale. Abbiamo noleggiato un’automobile. Mentre eravamo fuori per una escursione, a Lindos, ci è arrivato sui telefoni il messaggio della Protezione civile greca che diceva che a causa dell’emergenza incendi tutta la zona di Kiotari doveva essere evacuata. Va detto che dall’albergo nessuno ci ha chiamato per dirci di tornare. Siamo corsi verso il nostro hotel, ma ormai era tardi. Tutte le strade erano chiuse, c’era foschia, odore di bruciato, ma soprattutto c’era l’apocalisse di fiumi di turisti come noi, molti inglesi e tedeschi, che fuggivano a piedi, trascinando i trolley. Noi nella sfortuna siamo stati fortunati perché avevamo la macchina noleggiata e miracolosamente anche un caricatore per il cellulare, altrimenti saremmo rimasti isolati. E ci siamo diretti nella città di Rodi, come ci ha suggerito la polizia, dove c’è un altro hotel della stessa catena, per chiedere aiuto, per avere una sistemazione. Ma ci hanno detto che erano al completo, che al massimo ci potevano dare qualcosa da bere e mangiare e sistemarci su una brandina vicino al bar. Grazie al nostro tour operator abbiamo trovato una signora italiana che ci ha affittato una stanza, ma può lasciarcela solo per due giorni. Se non riusciamo a rientrare in Italia, come faremo?».