INCENTIVI AUTO 2022. Alla fine, sono arrivati. Buon ultimi in Europa, ma sono arrivati. In più, sono pochi e, probabilmente, maledetti. La tranche da 650 milioni di incentivi per l’acquisto di auto poco o niente inquinanti nel 2022, infatti, taglia fuori le aziende che rappresentano più di un terzo del mercato italiano, privilegiando totalmente le auto elettriche, che costano molto più delle altre e devono fare i conti con un ritardo nelle consegne, che quando va molto bene arriva a sette mesi. 



È un aiuto alle vendite delle case automobilistiche che in questo momento, però, hanno ben altri problemi da affrontare e a chi aveva già deciso di cambiare auto e potendosela permettere, sia dal punto di vista economico che di utilizzo, potrà risparmiare un po’. Più precisamente il bonus varia dai 3 mila euro se si acquista un’elettrica pura, con un limite di prezzo a 35 mila euro più Iva, che possono arrivare a 5 mila se si rottama un’auto inferiore a Euro 5, ai 2 mila più 2 mila per vetture ibride plug in fino a 45 mila euro, ai 2 mila, ma solo in caso di rottamazione, per le vetture diesel e benzina a basse emissioni.



Gli incentivi auto 2022 non potranno niente, invece, per il rinnovo del parco automobilistico italiano, che per il 40% continua a essere composto da veicoli con più di 15 anni. Tralasciando i pochissimi appassionati di auto d’epoca, chi possiede auto così vecchie appartiene a due categorie: coloro che fanno pochi chilometri all’anno e coloro che non si possono permettere di comprare un’auto usata più recente o addirittura nuova. Quello che potevano fare le limitazioni alla circolazione nelle città e lo spauracchio fiscale per convincere al cambio auto queste categorie, lo hanno già fatto ed è servito a poco. Come alternativa rimangono solo l’esproprio o la rottamazione forzata. Pare difficile ci si possa arrivare, visto che nessuno può essere spinto a disfarsi del suo vecchio veicolo se non ne vale davvero la pena o non ha i soldi per comprarne un altro.



Chi invece ce li ha o è costretto a sostituire l’auto è già in giro per concessionari, anche se in realtà non c’è nessuna fretta perché incentivi auto dello stesso importo sono previsti anche per i prossimi due anni. Ma ad attenderlo negli autosaloni ci sarà una sorpresa: non ci sono le auto e quelle poche che sono a disposizione hanno meno accessori e costano di più di quelle che si possono ordinare. Quindi si firma un contratto di acquisto, si anticipa la caparra, si fa la pratica per accedere agli incentivi e si aspetta. Quanto? Non si sa. O meglio ciò che, con un sorriso, dirà il concessionario è una pura speranza, visto che nessuno ha una palla di cristallo per sapere come saranno le forniture di pezzi alle fabbriche tra qualche mese. 

Non si tratta solo della carenza dei famosi e famigerati microchip, ma anche della materia prima e di ogni singolo pezzo che compone l’auto. Quindi, i tempi di consegna variano da modello a modello, da fabbrica a fabbrica, da costruttore a costruttore. In ogni caso si parla di mesi, sei, sette, otto mesi e anche di più. 

Questo mistero potrebbe tradursi anche in un problema anche per gli incentivi auto perché il termine di immatricolazione delle auto acquistate con il bonus statale è stato fissato, come sempre, a 180 giorni dalla firma del contratto. Lo scorso anno il Governo fu costretto a prorogare gli incentivi auto, in considerazione del notevole allungamento dei tempi di consegna delle auto nuove da parte delle case automobilistiche, ma ci sono circa 50 mila persone che hanno prenotato l’auto lo scorso anno beneficiando degli incentivi del 2021 e non l’hanno ancora ritirata. In base alla legge, entro giugno 2022, se il Governo non interviene ancora, dovranno finalizzare l’acquisto e immatricolare l’auto, ma i concessionari allargano le braccia. 

L’orologio fa tic tac e gli incentivi potrebbero volare via.

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