In quanto segretario di una delle più importanti sigle sindacali del nostro paese – la Cisl – Luigi Sbarra non può in alcun modo rimanere indifferente al tema di una sicurezza sul lavoro che sembra essere sempre più opzionale, con il conto dei lavoratori morti che continua ad aumentare e che richiede – spiega il segretario a Repubblica – “un grande salto di qualità”. Il punto di partenza (certamente non a caso) è l’obiettivo che lo stesso Luigi Sbarra ha posto alla sua Cisl, ovvero “coniugare l’attività sanzionatoria e repressiva con un forte investimento sulla formazione”, fermo restando sempre e comunque che “servono più ispettori e tecnici della prevenzione”.
Non solo, perché a suo avviso sarebbe importante anche estendere “la patente a punti a tutti i settori” e stimolare una concentrazione di poteri nelle mani dei “delegati alla sicurezza”. Tutti obbiettivi sicuramente ambiziosi, ma che potrebbero essere finanziati mettendo le mani “sull’avanzo di bilancio dell’Inail” che dovrebbe ammontare – secondo Luigi Sbarra – a “tre miliardi” e potrebbe rivelarsi innanzitutto utile per “finanziare incentivi alle aziende che si accordano per almeno quattro ore di formazione retribuita al mese”.
Luigi Sbarra: “Incentiviamo la contrattazione per contrastare il lavoro povero”
Ma oltre all’ovvia – e drammatica – emergenza delle morti sul lavoro, il segretario della Cisl pone l’accento anche sul cosiddetto lavoro povero, suggerendo (come spesso fa) di lavorare al fine di “aumentare salari e retribuzioni”. Come farlo? Semplice: “Incentivare e rafforzare la contrattazione di secondo livello“, spiega Luigi Sbarra, “per migliorare l’efficienza organizzativa e le produttività, e poterla distribuire a vantaggio delle retribuzioni”.
Sempre per mirare all’obiettivo di ridurre il lavoro povero, secondo il segretario è necessario mettere in piedi “il più grande investimento di sempre sulla formazione e le politiche attive per elevare le competenze, contrastando il part-time involontario attraverso politiche di inclusione”. Infine, un pensiero di Luigi Sbarra va anche alle privatizzazioni che il Governo sta cercando di mettere in piedi, sottolineando che a suo avviso “gli asset strategici si difendono, non si svendono” e suggerendo – per far quadrare il bilancio pubblico – di “razionalizzare la spesa improduttiva, tagliare miliardi di fondi erogati a pioggia, inasprire la lotta ad evasione ed esclusione fiscale e introdurre un contributo di solidarietà per le multinazionali e i colossi”.