ARCHIVIATO ULTIMO FILONE DELL’INCHIESTA COVID
Si chiude anche l’ultima pagina del complesso capitolo che ha dato vita all’inchiesta sulla gestione della pandemia Covid: è di oggi la notizia dell’archiviazione. In particolare, è stata accolta la richiesta presentata dalla procura di Bergamo. Le persone coinvolte in tale indagine erano quattro: Massimo Giupponi, direttore generale Ats; Francesco Locati, che era direttore Asst Bergamo Est e ora dirige Asst Papa Giovanni XXIII; Roberto Cosentina, che era direttore sanitario di Asst Bergamo Est e ora è in pensione; Giuseppe Marzulli, che era direttore medico del Presidio 2 relativo agli ospedali di Alzano e Gazzaniga ed è anche lui in pensione.
In relazione all’inchiesta Covid, erano stati contestati diversi reati, come l’epidemia colposa in riferimento all’ospedale di Alzano, dove furono registrati i primi casi della Bergamasca, le lesioni colpose ai danni di 33 operatori sanitari, la morte di un medico e un impiegato dell’ospedale di Alzano, ma anche falso ideologico e rifiuto di atti d’ufficio per la mancata adozione tempestiva di misure contro la diffusione dell’epidemia.
STRADA SBARRATA DALLE ORDINANZE DI BRESCIA
Pur non essendo d’accodo con la decisione del tribunale dei ministri di Brescia, secondo cui non era dimostrato un legame causa-effetto tra la circolazione del virus e le accuse mosse, alla luce delle ordinanze e della riforma Cartabia, in base a cui serve una possibile previsione sull’esito di un eventuale procedimento, la procura di Bergamo ha quindi dovuto presentare una richiesta di archiviazione dell’inchiesta Covid, non ritenendo di poter prevedere la condanna delle persone indagate. Quindi, il gip ha accolto la richiesta e disposto il decreto di archiviazione.
Il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e i quatto pm del pool sul Covid avevano chiesto l’archiviazione dell’inchiesta Covid, lasciando intendere chiaramente nella richiesta che ha pesato la riforma Cartabia. A svelare il retroscena il Corriere della Sera, spiegando che la richiesta di archiviazione viene imposta al pm se non è prevedibile la condanna degli indagati. A sbarrare la strada erano state le due ordinanze del tribunale dei ministri dell’estate scorsa: i giudici di Brescia avevano ritenuto infondate le ipotesi accusatorie, tracciando la strada per l’esito di tale filone, visto che le ordinanze del tribunale dei ministri sono inoppugnabili.