Sulle pagine del quotidiano Il Dubbio, Angela Della Bella, penalista e professoressa di diritto penale all’università statale di Milano, ha riflettuto sull’inchiesta covid. Più in generale, in realtà, in un suo recente libro, “Il legislatore penale di fronte all’emergenza sanitaria. Principi penalistici alla prova del covid”, ha deciso di analizzare il periodo pandemico e le sue conseguenze sulla vita dei cittadini, adottando un occhio critico nei confronti della scelta di disporre un impianto sanzionatorio penale. Sull’inchiesta sul covid, invece, la penalista non crede che si arriverà veramente a delle condanne, sottolineando come forse sarebbe meglio trovare un’altra strada per affrontare il processo.
Della Bella: “L’inchiesta covid non porterà a condanne”
Parlando dell’inchiesta sul covid, la penalista Angela Della Bella, ci ha tenuto a sottolineare che “non ho elementi per esprimermi con cognizione di causa”. Nonostante questo, però, si trova anche d’accordo con “chi ha espresso l’opinione che molto difficilmente sarà un processo che si concluderà con delle condanne“, soprattutto perché sarà difficile provare che con misure più tempestive, si sarebbero evitati i decessi, ma anche per la complessità di individuare delle colpe in un contesto drammatico.
Mettendo un attimo da parte il discorso sull’inchiesta covid, la penalista spiega che nel contesto della pandemia, molti governi hanno scelto un impianto sanzionatorio punitivo per chi non ha osservato le misure di contenimento. Una circostanza che trova errata, perché la violazione “degli obblighi di isolamento, piuttosto che l’obbligo di indossare la mascherina” dovrebbe essere “concepita come illecito amministrativo e non penale“. Ed immagina un nuovo sistema, “scalare, caratterizzato da una progressione sanzionatoria [in base] ai livelli di offensività delle condotte”. Tornando, infine, a parlare dell’inchiesta covid, la penalista spiega che “il bisogno delle vittime di sapere come sono andate le cose, è legittimo e merita una risposta. Ma occorre chiedersi se sia il processo penale il luogo giusto nel quale rispondere“.