Il Ministero della Giustizia avvia un’ispezione nei confronti del procuratore di Bergamo Antonio Chiappani in relazione all’inchiesta Covid. In particolare, riguarda le interviste e le dichiarazioni rilasciate ai media ad inizio marzo dopo la conclusione dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla pandemia che vede indagate 19 persone, tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e i vertici dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Lo ha annunciato il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, rispondendo ad un question time del deputato del Terzo Polo Enrico Costa in commissione Giustizia alla Camera.
Quest’ultimo, che è autore della norma sulla presunzione d’innocenza inserita nella riforma Cartabia, aveva chiesto chiarimenti al governo sulle dichiarazioni rese dal procuratore a La Stampa, Repubblica, Agorà e Radio 24, citando anche l’intervista del microbiologo Andrea Crisanti in qualità di consulente tecnico dell’inchiesta. Le richieste di chiarimenti riguardavano in particolare alcune dichiarazioni, cioè «i tempi delle indagini sono stati lunghi ma sempre meno di quelli della politica…», «soddisfare la sete di verità della gente» in relazione all’obiettivo dell’inchiesta e «far sapere alla gente quello che è successo».
INCHIESTA COVID, ISPETTORI IN PROCURA A BERGAMO
Ma Enrico Costa ha denunciato anche la fuga di notizie di atti usciti sui media «con ampi stralci letterali», chiedendo al governo se tutto ciò fosse in linea con la riforma Cartabia, secondo cui il procuratore della Repubblica mantiene rapporti con i media «esclusivamente tramite i comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa». Inoltre, la diffusione di informazione tramite i media è possibile «solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre specifiche ragioni di interesse pubblico». Il sottosegretario Andrea Ostellari, che faceva le veci del ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha quindi annunciato l’ispezione: «Il ministero sta effettuando, tramite l’acquisizione degli atti, gli opportuni approfondimenti istruttori, anche di natura ispettiva, al fine di verificare se sia configurabile nei confronti del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo l’illecito disciplinare» che sanzione la violazione della norma sulla presunzione d’innocenza. D’altra parte, il governo ha ricordato che il procuratore può fornire informazioni se sussistono o la necessità ai fini della prosecuzione delle indagini o specifiche ragioni di interesse pubblico. Il primo potrebbe sussistere se c’è l’esigenza di «stimolare la collaborazione della cittadinanza per l’effettivo perseguimento dell’indagine», l’altro invece è difficile da dimostrare, quindi si deve fare riferimento alla «discrezionalità» del procuratore. Comunque, Ostellari ha rimarcato che le interviste del procuratore di Bergamo sono avvenute dopo la chiusura delle indagini, quando gli atti erano già depositati, quindi in un momento in cui gli stessi vanno considerati pubblici. Ma l’ispezione del Ministero della Giustizia farà chiarezza sulla vicenda.