Da tempo ormai la macchina dell’inchiesta sulla gestione del covid nelle drammatiche prime settimane della pandemia, che ci ha portato in lockdown, è partita e procede con il piede puntato sull’acceleratore. L’ultima, forse sconvolgente, notizia che arriva dall’ambito dell’inchiesta parla di alcuni casi sospetti di polmoniti noti già dalla fine del 2019, per i quali erano stati dati i necessari allarmi, che tuttavia sarebbero stati completamente ignorati dal Ministero della Salute. A parlare della nuova rivelazione sull’inchiesta covid è il quotidiano La Verità che ha interpellato anche Pierpalo Sileri, ex vice al dicastero della Salute che ha parlato proprio delle polmoniti ai giudici di Bergamo che si stanno occupando dell’inchiesta.
L’inchiesta sul covid e le polmoniti ignorate nel 2019
Questo nuovo tassello dell’inchiesta sul covid che si sta tenendo in questo periodo a Bergamo, tra le città più pesantemente colpite dalla pandemia (e dalle restrizioni) ha sopra il nome della Lombardia. Erano gli ultimi mesi del 2019, infatti, quando nei nosocomi lombardi si iniziò a parlare con maggiore insistenza di alcuni casi, piuttosto alti, di polmoniti sospette. Salto avanti al 26 febbraio 2020, quando lo stesso Sileri chiese all’Ufficio prevenzione i dati sulle polmoniti tra gennaio e febbraio 2020, che tuttavia non esistevano.
Sileri, inoltre, sempre parlando nell’ambito dell’inchiesta sul covid, ha evidenziato come già a fine gennaio aveva iniziato ad insistere perché si assumessero più medici e si acquistassero le apparecchiature necessarie, ma anche in questo caso senza riscontro da parte del Ministero della Salute. Dal conto suo Giuseppe Ruocco, ex segretario generale della Salute, ha sottolineato che in quel periodo ci furono problemi nella raccolta dei dati per via del passaggio al Nuovo sistema informativo sanitario, sostenendo che non sapessero nulla delle polmoniti. Ma, si evidenzia ancora nell’articolo di La Verità sul nuovo tassello dell’inchiesta covid, la maggior parte dei giornali ne parlarono, con toni anche piuttosto allarmistici. Il Ministero, insomma, non diede importanza ai segnali del mondo scientifico e medico, portando la nazione verso la “cieca disperazione” che rappresentarono i lockdown.