In Gran Bretagna è stata aperta un’inchiesta per cercare di capire se quanto fatto durante il picco della pandemia di covid sia stato realizzato a norma di legge. Ne è emerso, come riportato stamane da numerosi tabloid inglesi, fra cui il Daily Mail e il Telegraph, che la Brexit avrebbe parzialmente rallentato la capacità del Paese d’oltre Manica di rispondere in maniera adeguata alla pandemia. Stando a quanto spiegato da Hugo Keith KC, consigliere della stessa inchiesta, la Brexit “ha spiazzato e impedito” il lavoro necessario per migliorare la preparazione alla pandemia.



L’inchiesta covid è ancora agli albori e prevede l’ascolto di vari testimoni, ma secondo Keith l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea avrebbe indebolito la risposta del Paese alla crisi provocata dall’infezione da coronavirus. “La pandemia ha colpito il Regno Unito proprio mentre stava lasciando l’Unione Europea – ha detto ancora – un’uscita che ha richiesto un’enorme quantità di pianificazione e preparazione, in particolare per affrontare quelle che probabilmente sarebbero state le gravi conseguenze di un’uscita senza accordo su forniture di cibo e medicine, viaggi e trasporti, confini commerciali e così via”.



INCHIESTA COVID IN UK: “L’USCITA HA PROSCIUGATO LE RISORSE…”

E ancora: “È chiaro che tale pianificazione, dal 2018 in poi, è stata spiazzata e ha impedito alcuni o forse la maggior parte dei miglioramenti che lo stesso governo centrale ha capito che dovevano essere apportati alla pianificazione e alla preparazione della resilienza”.

Quindi ha aggiunto e concluso soffermandosi sull’inchiesta covid e le presunte responsabilità della Brexit: “L’attenzione ai rischi di un’uscita senza accordo, la cosiddetta Operazione Yellowhammer, ha prosciugato le risorse e le capacità che avrebbero permesso di continuare la lotta contro la prossima pandemia, che avrebbero dovuto essere utilizzate per preparare il Regno Unito per emergenza civile? Oppure tutta quella pianificazione generica e operativa ha effettivamente portato le persone a essere meglio addestrate e ben organizzate e, di fatto, meglio preparate ad affrontare Covid e anche all’esistenza di migliori collegamenti commerciali, medici e di approvvigionamento? Sulla base delle prove finora temiamo fortemente che sia accaduto il primo scenario”.