Nella mattina di oggi, giovedì 18 novembre, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha eseguito un sequestro preventivo di 4 milioni di euro a carico di Irene Pivetti, ex presidente della Camera e del suo consulente Pier Domenico Peirone. La Pivetti, come spiega Corriere della Sera, risulta tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta per riciclaggio e frode fiscale del pm Giovanni Tarzia, su alcune operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari GT. Secondo le accuse, questa sarebbe servita per “ripulire” i proventi di un’evasione fiscale.



A carico degli imputati vengono contestati reati tributari, nel dettaglio riciclaggio ed autoriciclaggio. Nel decreto di sequestro si legge che Irene Pivetti avrebbe avuto ancora la “concreta possibilità di spostare il denaro sui conti correnti accesi all’estero ed intestati alle società del cosiddetto Gruppo Only Italia, ovvero su conti di altri prestanome o di cosiddette tesorerie fiduciarie”, moltiplicando in tal modo gli affari “illeciti” che “tale opaco reticolato di società è in grado di realizzare”. Attraverso questa serie di operazioni “sporche”, secondo il pm la Pivetti si sarebbe impossessata di una importante somma di denaro poi spostata su conti differenti e reimpiegata nella propria attività economica.



Inchiesta Irene Pivetti: sequestro preventivo per 4 milioni, soldi e Ferrari

Oltre ad Irene Pivetti, le medesime accuse sono state contestate anche all’ex pilota di rally Leonardo Isolani, alla moglie Emanuela Mascoli ed alla figlia di lei, Giorgia Giovannelli. Dall’indagine trapelerebbe il ruolo di intermediazione della Only Italia presieduto da Pivetti, in operazioni delle società di Isolani al fine di occultare al fisco alcuni beni tra cui le tre Ferrari.

I fatti contestati, stando alla ricostruzione, sarebbero avvenuti nel 2016: Isolani avrebbe venduto tutti i beni di una sua società indebitata con l’erario per diversi milioni di euro, al fine di svuotarla. Tali beni sarebbero andati ad un’altra sua società con base a San Marino che li avrebbe venduti – comprese le tre Ferrari – ad una società di Hong Kong riferibile a Irene Pivetti. A sua volta, quest’ultima società avrebbe poi rivenduto gli asset al Gruppo Daohe. Gli indagati nell’ambito dell’inchiesta risultano essere in tutto sette. Oltre ai già citati, anche un notaio e due imprenditori. Questa mattina sono stati notificati gli avvisi di conclusione dell’indagine in vista della richiesta di rinvio a giudizio. Le tre Ferrari sono state sottoposte a sequestro preventivo. Secondo gli accertamenti, ci sarebbero stati ricavi per “circa 8 milioni di euro” realizzati attraverso la compravendita in particolare delle vetture, “sottratti a tassazione in Italia attraverso la fittizia interposizione di veicoli societari esteri”.