Sono state pubblicati gli interrogatori a Giorgio Chiellini, ex capitano della Juventus, inerenti l’inchiesta Prisma, sulle plusvalenze della Vecchia Signora. Il difensore ex Vecchia Signora è stato sempre considerato un “uomo chiave” per ricostruira la vicenda e come riferisce la Gazzetta dello Sport, ha ammesso davanti ai pm Ciro Santoriello, Mario Bendoni e all’aggiunto Marco Gianoglio, che “tutti sapevamo che il comunicato sui 90 milioni di rinuncia sarebbe stato diverso dagli accordi” ed ha inoltre spiegato di di sapere che “nel bilancio hanno messo l’importo del taglio, non so se era corretto o meno farlo”, riferendosi alle richieste della società ai giocatori di rinunciare a parte dello stipendio dopo lo scoppio del covid. Quindi Chiellini ha aggiunto: “I miei riferimenti erano Agnelli e Paratici da una parte e i compagni dall’altra. Ricordo che sono stato contattato da qualche altro giocatore di altre squadre, stavano anche loro cercando di trovare un accordo e gli ho spiegato quello che avevamo fatto noi. Ai colleghi che mi hanno contattato, ho risposto che una parte ci sarebbe stata restituita l’anno successivo, negli anni successivi”.



Dall’interrogatorio all’ex capitano della Juventus emerge anche che “tutti (inteso i compagni, ndr) eravamo comunque a conoscenza che il comunicato stampa sarebbe stato diverso dagli accordi. […] Noi abbiamo rinunciato per il bene della società, poi nel bilancio non so cosa abbiano messo. O meglio: so che hanno messo i 90 milioni di rinuncia. Non so se era corretto o meno farlo”. Poi Chiellini ha proseguito: “Durante quel periodo di panico e difficoltà economica per la società – ha continuato – mi è stato chiesto di fare da tramite con il resto del gruppo per cercare di venirci incontro in questo momento straordinario che si era creato”.

INCHIESTA JUVENTUS, CHIELLINI: “DURANTE IL MESE DI MARZO HO INIZIATO A PARLARE CON I COMPAGNI”

“Durante il mese di marzo, non ricordo il giorno, ho cominciato a parlare con i compagni per capire la disponibilità a venire incontro ai problemi che c’erano in società. Problemi di solvibilità soprattutto perché tutti gli introiti liquidi venivano a mancare. I miei riferimenti erano da una parte sia il presidente Andrea Agnelli sia Fabio Paratici, dall’altra tutti compagni. Prima quelli con cui ho stretto un maggiore legame negli anni, ma poi abbiamo sentito tutti. Il problema maggiore della società era la liquidità a breve termine e poi c’era l’incertezza: non si sapeva cosa sarebbe successo, c’era il pericolo concreto che non si potesse riprendere a giocare. Dopo varie chiacchierate con società e compagni, quello che è stato fatto è quello di rinunciare a quattro mensilità in modo da permettere al club di risparmiare in un momento molto difficile con la promessa che, una volta ripresa la stagione, in base a quello che sarebbe successo (ripresa o meno del campionato), una parte sarebbe tornata indietro”.

“Una parte dei contratti – conclude Chiellini durante l’interrogatorio inerenti l’inchiesta plusvalenze Juventus – sarebbe stata riadeguata in base a quanto avremmo giocato. Questa parte sarebbe oscillata tra le due e le tre mensilità. Da parte mia, a parte la soddisfazione per essere riusciti a trovare questo accordo, c’è stata la parola che poi queste intenzioni venissero riconfermate. Onestamente, poi, conoscendo come le persone della Juventus si sono comportate con me, non ho mai avuto dubbi. Se Andrea e Fabio danno la parola, non c’è ragione di temere”.