L’inchiesta sul presunto falso in bilancio della Juventus potrebbe allargarsi ad altre squadre di Serie A e B. Infatti, i magistrati che indagano sul club bianconero hanno trasmesso gli atti ai colleghi di altre sei procure, cioè le città dove giocano Atalanta, Sampdoria, Sassuolo, Udinese, Cagliari e Bologna. Questo perché, secondo i pm, l’ex dirigenza guidata da Andrea Agnelli avrebbe concluso accordi di mercato con queste squadre in modo “opaco”.
C’è un’intercettazione con Fabio Paratici, che ora è direttore generale del Tottenham, a cui l’amministratore dell’Atalanta Luca Percassi diceva: “Io quella lettera lì non potrò mai tirarla fuori, perché dovessimo fare in giudizio viene fuori che ho fatto falso in bilancio“. Questa lettera riguarderebbe il trasferimento del difensore Romero, che sarebbe avvenuto tramite “la stipula di accordi taciti e non depositati in Lega“. Accordi di questo tipo sarebbero stati fatti con altri calciatori delle sei società su cui la procura di Torino ha puntato i riflettori. Tale iniziativa è stata presa per ragioni di competenza territoriale.
INCHIESTA JUVENTUS: SOSPETTI SU “COLLABORAZIONI”
C’è una mail del 10 luglio 2020 nella quale il dirigente Claudio Chiellini riportava i debiti con altri club, arrivando al conto finale di 30 milioni più agenti. I pm hanno voluto approfondire su alcuni rapporti di collaborazione, concentrando la loro attenzione su alcuni contratti non depositati in Lega. Obblighi di acquisto “mascherati” da operazioni di “recompra”, come nel caso di Rolando Mandragora. In questi mesi, comunque, i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello hanno approfondito alcuni elementi dell’inchiesta Prisma, ormai chiusa. Quindi, è probabile che possano esserci nuove integrazioni nelle contestazioni all’udienza del 27 marzo, quando inizierà una partita delicata per la Juventus col tribunale di Torino. Davanti al gup Marco Picco comincerà l’udienza preliminare per i 12 indagati, tra cui l’ex presidente bianconero Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, oltre alla stessa società bianconera, chiamata in causa come “persona giuridica”. Sono 15 i capi di imputazione: manipolazione del mercato, false comunicazioni da parte di società quotata in Borsa, ostacolo all’autorità di vigilanza e dichiarazione fraudolenta tramite documenti per operazioni fittizie, contestati dal 20 settembre del 2019 al 2 maggio del 2022.