Dopo le Rsa ora la Regione Lombardia: questa mattina la Guardia di Finanza è entrata nella sede della Regione per acquisizioni di documenti in merito all’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio e in generale sulle morti sospette da coronavirus all’interno delle Residenze per Anziani. Nel frattempo il Nas in tutta Italia ha controllato 600 strutture per anziani trovano irregolarità nel 17% dei casi: in attesa di avere una panoramica maggiore sui contenuti di questi controlli (non tutte le irregolarità ovviamente hanno lo stesso “peso” sanitario ed economico), le autorità della Procura di Milano hanno fatto sapere all’Ansa che l’acquisizione di documenti andata in scena stamane punta a raccogliere più materiale possibile insieme agli atti ufficiali per capire quale fossero le direttive tra l’Assessorato al Welfare (guidato da Giulio Gallera) e il Pio Albergo Trivulzio il cui direttore generale è già indagato.



17 ore di fila è durato il blitz della Gdf nella storica Rsa di Milano mentre assai più breve il lavoro questa mattina in Regione Lombardia. L’analisi dei materiali potrebbe durare settimane nelle quali la giunta Fontana resterà comunque in forte critica e polemica politica per eventuali errori e mala gestione nell’emergenza coronavirus: stamattina Gallera a domanda specifica fatta nell’intervista al QN, ha risposto così «il virus si diffondeva da molte settimane quando l’abbiamo scoperto, per primi. Non abbiamo avuto la possibilità di contenere il focolaio: qui è esplosa una bomba atomica».



PERQUISITE RSA LOMBARDIA PER MORTI SOSPETTE

L’inchiesta sulle morti sospette nelle Rsa della Lombardia avanza e oggi è arrivata ad un punto di svolta: il Pio Albergo Trivulzio di Milano e altre Residenze per Anziani della provincia (Sacra Famiglia di Cesano Boscone e una residenza a Settimo Milanese, ndr) sono state perquisite nelle sedi legali con il reperimento di documenti e direttive ricevute dalla Regione. Non solo, dopo che le “pressioni” degli articoli sui giornali delle scorse settimane hanno portato la Procura di Milano ad aprire un fascicolo sulle morti sospette – ad oggi sarebbero 143 i morti in totale al PAT dall’inizio della pandemia secondo i dati raccolti dall’Ansa – quest’oggi si è spinto sulle perquisizioni della Gdf milanese con una primissima novità: indagati diversi vertici delle case di riposo lombarde, a cominciare da quelli nei quartieri di Milano Affori, Lambrate e Corvetto. I pm del pool ‘salute, ambiente, sicurezza, lavoro’ – guidati dall’aggiunto di Milano Tiziana Siciliano – stanno procedendo alle iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici delle Rsa dove si sono verificati contagi e morti; contemporaneamente un’inchiesta parallela è in corso anche a Sondrio con l’accusa che resta la stessa, epidemia colposa a carico di ignoti in relazione alle morti di anziani nelle Rsa.



INCHIESTA PIO ALBERGO TRIVULZIO

Secondo quanto raccolto dall’Agenzia Ansa da fonti della Procura di Milano, i blitz servono a ricostruire la catena di azione iniziata all’inizio della pandemia da coronavirus per verificare se vi siano state delle negligenze o degli errori tali da aver portato un alto numero di morti in Rsa dove va detto però, il rischio contagi e danni gravi resta comunque altissimo data la platea inevitabile che alberga in quelle aree (anziani spesso con patologie plurime e pregresse al Covid-19). Si indaga anche sulla Regione Lombardia e l’area sanitaria che gestisce e coordina l’intera filiera di Rsa: per questo la polizia giudiziaria oggi ha cercato di acquisire cartelle cliniche degli ospiti morti nelle case di riposo, ma anche diversi altri documenti: dai protocolli e direttive interne dei vertici agli scambi di informazioni tra le strutture e l’amministrazione regionale, che per legge ricordiamo ha compiti di sorveglianza sulle Rsa.

Si indaga inoltre su eventuali carenze nelle dimissioni degli anziani dagli ospedali e l’inserimento degli stessi come pazienti nella Rsa, non solo al Pio Albergo Trivulzio. Mentre la grande parte del personale si dice indignato per come è stato trattato in questi giorni da media e pm, l’inchiesta prosegue e si profila tutt’altro che breve nel ricostruire l’intera catena di eventi di questi due mesi di lotta al coronavirus. Simili inchieste in questi giorni vengono mosse anche da altre procure: giusto per citarne alcune, Bari, Monza, Como, Cuneo, Pesaro e Bergamo.