L’inchiesta Rear scuote il Pd torinese e non solo. Al momento sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati nel caso della cooperativa multi servizi che vanta diversi appalti con la pubblica amministrazione. L’ipotesi di reato è chiara: malversazione e truffa. Tra gli indagati, anche il deputato dem Mauro Laus e altri due nomi di peso del partito, ovvero la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo e l’assessore agli Eventi Mimmo Carretta, già segretario provinciale Pd.
La Rear si occupa di vigilanza e sicurezza dal 1984 e che negli anni si è espansa a dismisura negli enti pubblici. Come ricostruito da Fuori dal coro, gli enti pubblici non assumono direttamente custodi e centralisti, ma passano attraverso questa società che paga stipendi più bassi di quelli che pagherebbero gli enti pubblici. “Lo sanno tutti che pagano poco e trattano peggio”, la testimonianza raccolta dall’inviata di Mario Giordano.
Il caso Rear scuote il Pd torinese: cosa è successo?
Rear è diventata un colosso con il passare degli anni come testimoniato dai numeri: 1500 dipendenti, fatturato che sfiora i 28 milioni di euro. Ma ora la società è sotto accusa: secondo quanto ipotizzato, i guadagni sarebbero finiti ad arricchire alcuni privati. Come anticipato, tra gli indagati spicca il nome di Laus, deputato Pd e soprattutto ex presidente di Rear. In prima linea per il salario minimo, ma la sua cooperativa pagava anche la metà, la grande incoerenza del dem. Ecco un’altra testimonianza: “Io lavoravo per la cooperativa al Museo del Cinema, contratto firmato da Laus di 4,95 euro più il superminimo assorbibile, 5,16 lordi l’ora. Per guadagnare 1000 euro, dovevi fare 200 ore di lavoro al mese”. Contratti illegittimi anche secondo il tribunale del lavoro, così come i licenziamenti. Ma la situazione della paga resta tremenda: “I contratti partono da 4 euro, io prendo adesso 7 euro lordi l’ora. Se molti di questi ragazzi andassero a raccogliere i pomodori in Puglia guadagnerebbero forse di più. Poi i ragazzi per arrivare a fine mese molte volte fanno tredici ore al giorno senza pausa”. Nel Pd bocche cucite, a partire dal sindaco Lo Russo.