Nella missione di “liberazione dell’Iraq” portata avanti dagli Stati Uniti a partire dal 2003, il bombardamento di Mosul viene ricordato come una delle peggiori stragi di civili provocata da attacchi aerei USA. Nell’operazione di guerra ebbe un ruolo fondamentale anche l’esercito inglese, che però negò sempre il coinvolgimento nei bombardamenti che furono causa di vittime. Ora una nuova inchiesta portata avanti dal quotidiano The Guardian, potrebbe riaprire la questione e ribaltare quella che è stata sempre la posizione di non colpevolezza sostenuta dal Ministero della Difesa inglese.



Secondo il quotidiano infatti, ci sarebbero clamorose rivelazioni riportate in un lungo rapporto investigativo compiuto negli anni, dall’associazione non profit Airways. Nei documenti dettagliati vengono decritte almeno sei delle operazioni militari effettuate da aerei inglesi, tra il 2016 ed il 2017, che causarono numerose vittime civili inncenti, tra le quali molte donne e bambini. Sono state anche raccolte le testimonianze dei supersiti, famiglie devastate che hanno perso nei bombardamenti parenti, figli, fratelli e sorelle.



Guerra Iraq, l’inchiesta:  esercito inglese uccise numerosi civili nei bombardamenti a Mosul

Nonostante le pubbliche dichiarazioni del Ministero della Difesa inglese, in merito alle operazioni militari condotte a Mosul, in supporto dell’esercito statunitense, che hanno sempre negato l’uccisione di civili nei bombardamenti ma solo di aver colpito obiettivi strategici, ora emerge dall’inchiesta del The Guardian l’evidenza che questo non sarebbe vero. Gli Stati Uniti erano già stati costretti ad ammettere la strage civile, ma non avevano mai rivelato da quali aerei fossero partiti i bombardamenti colpevoli, oltre a dichiarare sempre che le vittime, più di 1437,  sarebbero state provocate non consapevolmente ma da “tragiche fatalità casuali“.



Le dichiarazioni dei superstiti nell’inchiesta, aggraverebbero la posizione ufficiale del governo. Già accusato in passato attraverso alcuni servizi della BBC che mostravano le affermazioni di ex militari coinvolti che sostenevano di aver ricevuto l’ordine di non parlare mai di vittime civili. Ora, oltre al danno causato, secondo il The Guardian potrebbe arrivare anche un ulteriore oltraggio nei confronti dei superstiti. Anche se venisse confermata la colpevolezza dell’esercito inglese infatti, una legge approvata dal governo nel 2001, imporrebbe un limite di sei anni alla richiesta di risarcimento danni per le vittime dei bombardamenti in operazioni di guerra. In questo caso quindi ai familiari dei morti a Mosul non verrebbe riconosciuto nulla.