INCHIESTA A GENOVA CONTRO GIOVANNI TOTI: COSA HA PORTATO ALLE ELEZIONI REGIONALI ANTICIPATE IN LIGURIA

I cittadini liguri lo sanno bene ma gli altri forse non tutti ricordano che alle Elezioni Regionali Liguria 2024 si è arrivati per un voto anticipato dovuto alle dimissioni del precedente Governatore, Giovanni Toti. E quelle dimissioni sono giunte dopo 80 giorni di arresti domiciliari (revocati pochi giorni dopo il passo indietro dal Consiglio Regionale, ndr) per via di una vasta inchiesta nata a Genova e che vede il due volte Presidente ligure accusato di corruzione e falso. Assieme a Toti, sono indagati e arrestati anche il capo di gabinetto Matteo Cozzani, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’autorità portuale di Genova, Paolo Signorini.



Sebbene l’inchiesta sia nata a La Spezia sono poi i giudici di Genova a portarla avanti e riguardano quanto emerso pubblicamente nel mese di maggio 2024: il fulcro delle accuse riguarda la possibile corruzione per ottenere appalti e incarichi per il porto, così come permangono le accuse di una ricerca di voti negli ambienti delle cosche in cambio di posti di lavoro e favori per le case popolari. Insomma, un’inchiesta enorme che ancora non è giunta a processo e che però ha preso una piega mediatica ingente con l’arresto improvviso di Toti e degli altri accusati, sconvolgendo la Regione Liguria e portando l’immediata sostituzione del Governatore con Alessandro Piana, consigliere della Lega e Presidente ad interim fino ad oggi.



Se inizialmente Toti rifiutò le dimissioni per volersi difendere dalle accuse su cui si dice completamente estraneo, dopo quasi tre mesi – e dopo aver capito difficilmente la situazione si sarebbe sbloccata – l’annuncio del passo indietro porta nel giro di pochi giorni all’indizione di nuove Elezioni Regionali anticipate in Liguria (per l’appunto domenica 27 e lunedì 28 ottobre 2024) e soprattutto alla scarcerazione definitiva. La decisione del Centrodestra sul suo successore tarda ad arrivare ma è il sindaco di Genova Marco Bucci alla fine a sbloccare la situazione accettando la candidatura nonostante la malattia che lo segna da mesi e ponendosi come autorevole alternativa al “campo largo” di Centrosinistra con Andrea Orlando.



REGIONALI LIGURIA 2024: DI COSA È ACCUSATO TOTI E PERCHÈ IL PATTEGGIAMENTO NON È AMMISSIONE DI COLPEVOLEZZA

In tutto questo l’inchiesta su Giovanni Toti non si è fermata ed è proseguita con il recente sequestro dei 175mila euro dalle casse del comitato dell’ex Governatore: un passaggio però considerato scontato dallo stesso Toti dopo l’accordo raggiunto il 14 settembre scorso con la Procura di Genova circa il patteggiamento per 2 anni di condanna e 1500 ore di lavori socialmente utili, dovuti alle accuse di corruzione impropria e finanziamento illecito.

In poche parole, Toti ha promesso di non partecipare alle Elezioni Regionali Liguria 2024, di non utilizzare i fondi del suo comitato in cambio del non andare a processo e trascinare una vicenda politica e giudiziaria che sarebbe durata anni: dopo le tante perplessità per un arresto preventivo svariati mesi dopo i fatti contestati e senza il timore di fuga, lo scontro a distanza fra Centrodestra e magistratura di Genova è aumentata con la decisione immediata della revoca dei domiciliari una volta che Toti ha deciso per le dimissioni da Presidente di Regione Liguria. Lega, FI e FdI contestano ai giudici di aver costretto ai domiciliari un politico finché non ha deciso di “cedere” alle pressioni lasciando il suo incarico e annunciando Elezioni anticipate: è in realtà stato poi Giovanni Toti a spiegare che la sua maggiore delusione non è derivante dalla magistratura (a cui comunque contesta un abbaglio enorme sulla inchiesta di Genova) ma dalla politica stessa («ha costruito la gabbia in cui si è rinchiusa. Io per provare a cambiare questa politica ho fatto quanto potevo e ho pagato di persona»).

«Nell’accordo tra i procuratori e la difesa dell’ex governatore l’accusa riconosce che Toti non ha mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche»: così l’avvocato Stefano Savi riportava lo scorso settembre l’accordo di patteggiamento dove veniva riconosciuta la piena legittimità degli atti svolti da Giovanni Toti, tanto quelli amministrativi quanto i contributi sborsati per l’attività politica. Il patteggiamento ha comunque avuto l’effetto di attenuare il can-can mediatico sul caso Toti, così come ha aperto la vera campagna elettorale tra Orlando e Bucci sui temi politici specifici e non sulle inchieste giudiziarie. Quello che ha tenuto a precisare l’ex Governatore a ridosso delle Elezioni Regionali in Liguria di oggi e domani è che l’aver patteggiato non significa aver ammesso le proprie colpe: amarezza per non poter dimostrare al processo le proprie ragioni, ma anche sollievo per la propria vita privata del tutto sconvolta dall’arresto del 7 maggio 2024. Alla nuova giunta, che sia di Centrodestra o Centrosinistra, Toti chiede di poter fare chiarezza sulle tante, troppe norme “ambigue” così da rendere distinti e autonomi i poteri dello Stato: da quello politico a quello giudiziario, fino alla libertà di impresa che deve sempre essere salvaguardata se corretta e legale.