È un bilancio gravissimo quello che emerge dall’incidente stradale avvenuto nella tarda serata di mercoledì 4 settembre 2024 in quel di Nettuno – comune alle porte di Roma, vicino al litorale Sud – che ha coinvolto un suv compatto Kia e una Mini Cooper: i morti sarebbero due (o meglio: tre) tra un bambino di 5 anni e sua zia 39enne incinta al settimo mese; mentre entrambi gli autisti dei due veicoli – la sorella gemella delle 39enne, nonché madre del bimbo anche lei incinta e un uomo 45enne italiano – hanno riportato ferite gravi che li hanno costretti ad un ricovero urgente in ospedale.



Fin dai primi momenti dopo l’incidente pareva abbastanza chiaro che la colpa fosse da imputare quasi interamente all’autista della Mini Cooper – Philippe Morville -, e le successive indagini hanno aiutato a ricostruire le dinamiche: in quel momento la Kia con a bordo le due donne e il bambino stava procedendo tranquillamente sulla sua carreggiata quando all’imbocco di un incrocio si è vista spuntare davanti a gran velocità l’auto guidata da Morville.



L’impatto frontale sarebbe stato terribile, al punto che la pesante Kia di Simona Spallotta (la superstite) è stata scagliata indietro di diverse decine di metri poco prima di lanciarsi in un vero e proprio testacoda che si è concluso solamente una volta impattata contro un muro di cinta poco distante dal luogo dell’incidente: nonostante l’immediato intervento di 118 e 112 per Sabrina Spallotta e il piccolo Santiago non ci sarebbe stato altro da fare che constatarne l’avvenuto decesso.

Il marito della superstite dell’incidente a Nettuno: “Lei sta bene e ora vogliamo sapere se l’altro autista fosse lucido”

D’altra parte, le condizioni di Simona sono apparse fin da subito piuttosto gravi ai soccorritori di Nettuno che l’hanno immediatamente trasportata d’urgenza al nosocomio di Anzio (mentre una seconda squadra si occupava di Morville, in condizioni leggermente migliori) per poi trasferirla dopo un rapido controllo con l’elisoccorso al poco distante San Camillo: dopo alcune ore di paura la donna si è ripresa e la primissima cosa che avrebbe chiesto ai medici – riferisce il Corriere – è “dove sono Sabrina e Santiago“, ricevendo la tristissima notizia da parte del marito Alessandro.



In un incontrollabile pianto e nella più totale disperazione la superstite dell’incidente sarebbe arrivata a chiedersi “come faccio a vivere senza di loro“, mentre ora – a distanza di un paio di giorni – sembra più tranquilla e quanto meno grata di essersela cavata con una semplice frattura; mentre è rimasto illeso anche il piccolo (ironicamente anche lui di sette mesi) che porta in grembo. Il marito Alessandro – intercettato dal Messaggero – parla di un “grande dolore” per la perdita di suo figlio e della cognata, ma ci tiene anche a “rassicurare gli amici e tutte le persone care che Simona sta bene” così come “anche la bambina che dovrà nascere a novembre”.

Soffermandosi un attimo sull’incidente, l’uomo ha confermato che l’autista della Mini ha “imboccato un tratto di strada contromano, travolgendo il suv guidato da mia moglie” rammaricandosi che “sarebbe bastato rispettare la segnaletica stradale per evitare questa tragedia” ed attendendo – quasi trepidante – i risultati dell’alcool e del drug test che gli sono stati fatti immediatamente dopo il violentissimo scontro; dicendosi certo che al solo guardare “la dinamica dell’incidente” non sembrerebbe che l’uomo “fosse del tutto lucido”.