L’uomo che uccise i figli in diretta Facebook con una folle corsa in auto è stato condannato. Fabio Provenzano deve scontare, infatti, 4 anni e otto mesi di carcere per duplice omicidio stradale in riferimento all’incidente di Alcamo. La sentenza, che è stata emessa col rito abbreviato dal gup del tribunale di Trapani, è passata in giudicato, in quanto non è stata impugnata né dall’imputato né dalla procura. Il 38enne, originario di Partinico (Palermo) nella notte tra il 12 e 13 luglio 2019 provocò la morte dei figli di 13 e 9 anni, correndo a 140 km/h mentre faceva un video in diretta social, riprendendosi alla guida della sua Bmw 320.



La moglie divorziata, costituitasi parte civile con l’assistenza degli avvocati Anna Maria Tonnicchi e Franca Castellino, non ha ottenuto risarcimento, in quanto è stata già risarcita dalla compagnia di assicurazione per l’incidente di Alcamo. A Provenzano è stata anche ritirata la patente, ma ha evitato conseguenze più gravi, perché aveva assunto cocaina prima di mettersi alla guida, ma non è stato provato se la droga avesse già fatto effetto. I figli morirono a distanza di alcuni giorni: il maggiore, Francesco, sul colpo, qualche giorno dopo Anthony.



INCIDENTE ALCAMO: LA FOLLE CORSA IN DIRETTA FACEBOOK

Dunque, diventa definitiva la condanna per Fabio Provenzano per omicidio stradale per l’incidente di Alcamo. Lo stesso 38enne rischiò la vita, perché entrò in coma, ma ne uscì qualche giorno dopo. L’incidente ebbe un epilogo tragico per i suoi figli. Dopo la tragedia emerse che era alla guida dell’auto, sull’autostrada A29 all’altezza dello svincolo di Alcamo est, e che si stava riprendendo con il telefonino. Il video, una diretta Facebook, scomparve poco dopo.

Ma la certezza che l’uomo fosse collegato in diretta Facebook si ebbe analizzando il social network. Inoltre, emerse che i due figli non indossavano le cinture di sicurezza. Per quanto riguarda l’altra accusa, quella di aver guidato in stato di alterazione psicofisica, secondo quanto accertato in fase processuale, l’uomo era effettivamente positivo alla cocaina, ma non è stato dimostrato che ciò abbia inciso sulla sua condotta di guida.