A Mattino 5 si è parlato del terribile incidente avvenuto a Biassono negli scorsi giorni, un ragazzo di soli 16 anni a bordo di una moto, che ha perso la vita dopo essersi scontrato frontalmente con un’auto, forse a seguito di una gara fra motociclette. Il sindaco di Biassono, in collegamento con il programma di Canale 5, ha spiegato: “Sono qui purtroppo con un grande rammarico nel luogo dove è successo l’incidente, sono emozionato – le parole del primo cittadino Luciano Casiraghi – sono scosso, perdere un ragazzo nel pieno della sua giovinezza, aveva tutta la vita davanti…”



“Io sono papà di due figli – ha continuato il sindaco – e sicuramente anche loro si sono divertiti in motorino come facevo io da giovane. Questa strada – ha proseguito – al sabato e la domenica è vuota e qui ci sono tantissimi ragazzi ma di gare o di corse non se ne fanno. Fanno evoluzioni con le loro moto, impennano… Si fanno vedere “fighi” verso le ragazzine, più vengono filmati e più si esaltano”.



INCIDENTE BIASSONO, MARIA RITA PARSI: “MANCANO PUNTI DI RIFERIMENTO”

Il sindaco di Biassono ha continuato: “Un ragazzino di 16 anni non c’è più e rivoglio il mio cordoglio alla sua famiglia per la terribile perdita. Rivolgo il mio appello ai genitori di parlare con i figli, di stare loro vicini, le istituzioni ci sono ma il ruolo della famiglia per i ragazzi è fondamentale”. Sulla possibilità che la strada venisse chiusa in qualche modo ai ragazzi: “Si può fare tutto, ma le strade sono libere”. In studio a Mattino 5 la psicologa Maria Rita Parsi che ha commentato: “C’è lo scollamento dalla realtà e aumenterà, come lo sto dicendo da anni, con la pervasività del mondo virtuale, le persone vivono la realtà quotidiana come la proiezione di un mondo dove non si muore mai. La madre di tutte le angoscie è quello della morte, e l’abbiamo vissuta tantissimo durante la pandemia di covid”.



“Siamo stati chiusi in casa e cosa abbiamo fatto? Dad, poi quando siamo usciti fuori casa abbiamo manifestato la voglia di libertà. La scuola è al centro, gli insegnanti sono il collante, bisogna formare i ragazzi, ascoltarli, fare punti di ascolto con equipe dove questi ragazzi possano esprimere questa rabbia e questo disorientamento, se no te li ritrovi così”. Poi la dottoressa ha aggiunto: “Mancano i punti di riferimento, la prima agenzia educativa oggi è virtuale, non arriva l’educazione base. Bisogna fare prevenzione e il luogo ponte è la scuola. Se metti un’equipe funzionante e stabile puoi fare prevenzione sui ragazzini che già danno dei segnali e che puoi cogliere a scuola, dobbiamo investire”.