Il caso dell’incidente a Ciao Darwin, durante le prove del Genodrome nelle quali, nel 2019, un concorrente cadde e rimase paralizzato a vita, era approdato in tribunale a Roma e nel 2022 erano stati assolti i quattro imputati “perchè il fatto non sussiste“. A processo, accusati di reati che andavano alle lesioni personali gravissime alla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, erano finiti due rappresentanti della società Rti produttrice del format di Canale 5, un dirigente della società che si occupava delle attrezzature e un membro di quella incaricata della selezione dei concorrenti.
La Cassazione, con sentenza 17679/24 riportata da giurisprudenzapenale.com, ha precisato alcuni punti relativi alla valutazione effettuata dal giudice di merito, ritenendola corretta, sull’eventualità di equiparare il concorrente di una trasmissione televisiva alla figura di un lavoratore durante le riprese. In primo grado, infatti, è stato escluso che il teatro dell’infortunio a Ciao Darwin fosse assimilabile a “luogo di lavoro” per via della “destinazione ludica della struttura” che, in quel contesto, era riservata esclusivamente all’uso da parte degli stessi partecipanti e non dei lavoratori.
I Giudici dell’incidente a Ciao Darwin: il rischio connesso all’uso del Genodrome non era di tipo lavorativo
Secondo quanto espresso dalla Cassazione, dunque, il tribunale avrebbe inquadrato correttamente la vicenda arrivando alla conclusione che il rischio legato all’uso della struttura per il gioco televisivo (nella fattispecie il Genodrome, ndr) non è di tipo lavorativo non solo perché non connesso all’attività lavorativa, ma anche perché l’impianto risulta collocato in un ambiente diverso da quello destinato all’espletamento della stessa.
Ne deriva quindi che, secondo l’0rientamento dei giudici, un incidente che si verifica ai danni di un concorrente in una trasmissione come Ciao Darwin, non è immediatamente equiparabile a un infortunio sul lavoro. Perché si arriva a tale sentenza? Un passaggio della Suprema Corte lo spiega parlando di quello che può essere qualificato come ambiente lavorativo, e cioè un luogo nel quale si svolgono prestazioni lavorative e per questo suscettibili del rischio connesso proprio all’esercizio delle attività di impresa. È la situazione nella quale, precisa ancora la Cassazione, interviene l’obbligo, in capo al datore di lavoro, di garantire la sicurezza di tutti i presenti. Quanto successo a Ciao Darwin, invece, sarebbe avvenuto nel contesto di una attività ludica e anche per questo, scrive la Cassazione, deve ritenersi che il tribunale abbia valutato correttamente l’intervenuta remissione della querela come utile a determinare l’estinzione del reato.
Gabriele Marchetti restò paralizzato dopo l’incidente a Ciao Darwin
Il protagonista del gravissimo incidente registrato nel noto programma condotto da Paolo Bonolis fu Gabriele Marchetti, concorrente 54enne che nel 2019 riportò lesioni permanenti a seguito di una caduta dai rulli del Genodrome finendo per rimanere tetraplegico. Il fatto aveva innescato aspre polemiche sulla sicurezza dei giochi della trasmissione portando a una rimodulazione degli stessi.
“Ora dipendo totalmente da mia moglie e da mio figlio“, aveva raccontato l’uomo al Corriere della Sera spiegando di aver avuto la vita stravolta dall’incidente a Ciao Darwin. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano Il Mattino, lo stesso Marchetti avrebbe ritirato la denuncia dopo aver ottenuto un risarcimento, di entità non emersa, da parte di Rti.