Le scatole nere del bus della società “La Linea” che ha avuto l’incidente sul cavalcavia a Mestre sono vuote. I periti della Procura si aspettavano di trovare al loro interno delle immagini preziose, ma ciò come riportato da Libero Quotidiano non è accaduto. I tecnici guidati dall’ingegner Nicola Chemello, consulente nominato dalla pm Laura Cameli, hanno trovato soltanto una Sim.



Essa trasmette i dati registrati al suo interno ad un Cloud di Francoforte, che a sua volta fa parte di una società cinese chiamata Yutong (la stessa che ha costruito il mezzo di trasporto precipitato lo scorso 3 ottobre), gestita da una piattaforma di Amazon. È per questo motivo che sarà necessario probabilmente chiedere una rogatoria alla Germania per potere acquisire il materiale dal server. Un processo che si preannuncia essere lungo e complesso. Anche perché le scatole nere sono state recuperate dopo settimane e, in questo arco di tempo, hanno continuato a funzionare, sovrascrivendo le vecchie immagini.



Incidente di Mestre, sparite le immagini realizzate dall’interno del bus: cosa mostravano

Le immagini delle telecamere registrate dalle telecamere all’interno del bus al momento dell’incidente di Mestre sarebbero preziose per le indagini, nel caso in cui venissero effettivamente recuperate. I dispositivi andati persi sono tre. Uno inquadrava la visuale davanti al conducente; un altro, invece, inquadrava il retro del pullman a partire dal conducente; l’ultimo, al centro, puntava in direzione della guida. È proprio il terzo che è ritenuto il più importante, perché avrebbe potuto immortalare attraverso il riflesso del vetro un eventuale malore dell’autista. Inoltre, dai dati si potrebbero evincere anche informazioni come la velocità delle frenate oppure delle anomalie elettroniche.



L’obiettivo, insomma, è quello di comprendere come e perché 21 persone (nove ucraini, quattro romeni, tre tedeschi, un croato, due portoghesi, un sudafricano e un italiano, l’autista) sono morte lo scorso 3 ottobre, mentre altre 15 sono rimaste ferite. Una domanda che a distanza di mesi non ha trovato ancora una risposta, neanche parziale.