Continuano incessantemente le indagini per appurare le colpe dietro all’incidente ferroviario di Brandizzo, nel quale hanno perso la vita 5 operai che erano al lavoro, attorno alla mezzanotte di giovedì scorso. In quel momento, infatti, dovevano essere avviati dei lavori lungo la linea da Milano a Torino, ma per via di un errore umano sono partiti in anticipo, portando alla tragedia che è a tutti gli effetti uno dei peggiori incidenti sul lavoro che si siano mai registrati in Italia.



Attualmente, per l’incidente ferroviario di Brandizzo sono finiti nel registro degli indagati gli unici due sopravvissuti alla tragedia, ovvero l’addetto di Rfi Antonio Massa e il caposquadra della Sigifer (azienda a cui era stata affidato il lavoro) Andrea Girardin Gibin, con l’ipotesi di reato di omicidio plurimo e disastro ferroviario con dolo eventuale. Al centro delle indagini della procura di Ivrea vi sono, in particolare, tre telefonate, che costituiscono le ultime comunicazioni tra l’azienda e la centrale operativa. Fin da subito, infatti, si è capito come l’incidente ferroviario di Brandizzo poteva essere evitato con le dovute precauzioni, dato che mancava il nulla osta all’avvio dei lavori sulla linea.



Incidente ferroviario Brandizzo: le tre telefonate in esame

Insomma, le telefonate tra Massa e il dirigente movimento di Chivasso sembrano spiegare senza ombra di dubbio le cause dell’incidente ferroviario di Brandizzo. Massa, sentito dalla procuratrice di Ivrea, si dice un uomo “distrutto”, lamentando il fatto di non riuscire a dormire per via del senso di colpa, vittima di continue crisi di pianto, e ripetendo più volte, fin dai momenti successivi al disastro, che “ho mandato quei ragazzi a morire“.

Le telefonate al centro delle indagini per l’incidente ferroviario di Brandizzo sono avvenute tutte nell’arco di circa mezzora, con la prima scattata alle ore 23:26 e l’ultima poco prima della mezzanotte, che ha immortalato anche il momento della strage. Nella prima Massa chiede se può avviare i lavori, ma la centrale risponde “state fermi. Deve ancora passare un treno in ritardo”. Gli operai, però, si dirigono immediatamente sui binari, come dimostrano le telecamere di sicurezza. Nella seconda telefonata, alle ore 23:30, Massa chiede nuovamente il via libera, nuovamente non concesso, con la centrale che lo informa del fatto che “bisogna aspettare dopo la mezzanotte, o dopo l’una e mezza”, per permettere la circolazione degli ultimi treni. L’ipotesi è che Massa, vedendo un treno passare, abbia pensato che si trattasse di quello in ritardo, che in realtà è arrivato poco dopo, causando il gravissimo incidente ferroviario di Brandizzo. Nella terza telefonata, infatti, si sente l’incidete in diretta, poco prima che cada il collegamento e che Massa lanci l’allarme.