Ricorre oggi l’undicesimo anniversario della strage di Viareggio, l’incidente ferroviario avvenuto il 29 giugno del 2009, che provocò la morte di 32 persone, con l’aggiunta di decine di feriti e danni per milioni di euro. Alle 23:48 di quel giorno di undici anni fa, il treno merci n. 50325 Trecate-Gricignano, caratterizzato da quattordici vagoni cisterna contenenti del Gpl, deragliò durante il passaggio della stazione viareggina, forse a causa di un cedimento del carrello del primo carro cisterna, facendo una strage. Il treno, infatti, oltre a lasciare la sede dei propri binari, prese fuoco a causa del materiale infiammabile che trasportava, uccidendo undici persone nel giro di pochi minuti, investite da un’onda di fuoco che travolse tutto ciò che incontrò sul proprio cammino, oppure, dalla propria abitazione crollata. Altre due le vittime a causa di un infarto, mentre le altre 19 perirono nelle settimane successive all’incidente a causa delle gravissime ferite riportate. Indenni, incredibilmente, i due macchinisti, che subito dopo aver frenato il convoglio “impazzito”, si nascosero dietro un muro, non venendo colpiti dall’esplosione.
INCIDENTE FERROVIARIO VIAREGGIO, LA COMUNITA’ CHIEDE CHE VENGA RIPRISTINATA LA FIGURA DEL CAPO STAZIONE
In totale i morti furono 32 con l’aggiunta di 25 feriti, e i funerali di stato del successivo 7 luglio videro la partecipazione di ben 30mila persone. Oggi si terrà come di consueto la commemorazione di quell’evento, con una serie di iniziative. E in occasione di questa triste data, la città di Viareggio ha chiesto ufficialmente a Ferrovie dello Stato, che venga ripristinata la figura del capostazione, che manca da mesi a Viareggio. La richiesta esplicita è giunta dall’associazione il Mondo che vorrei, che riunisce familiari delle vittime, e dall’Assemblea 29 giugno’. Giorgio Del Ghingaro, il sindaco di Viareggio, ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Rfi ma anche alla Regione Toscana, facendo suo “l’appello dell’Associazione, alla vigilia della ricorrenza della strage” e chiedendo che sia “reintrodotta la presenza in stazione del Dirigente Movimento, per tutte le ore del giorno, ivi comprese quelle notturne”. Fu proprio il capostazione dell’epoca, il povero Carmine Maglicano, morto durante la strage, a fermare manualmente un Intercity in arrivo da Roma e un altro treno proveniente da Pisa, altrimenti il bilancio sarebbe stato ben più grave.