Un nuovo studio getta ombre sull’Istituto di virologia di Wuhan (WIV) e fornisce ulteriori indizi alla tesi dell’incidente di laboratorio dietro l’origine del Covid. Secondo un nuovo rapporto, infatti, c’è stata una “perdita” o un incidente di laboratorio a Wuhan nello stesso periodo in cui il virus Sars-CoV-2 è comparso in Cina. A rivelarlo è un’indagine condotta per ben 17 mesi sull’origine del coronavirus, che includeva documenti precedentemente non divulgati. A rendere noti i risultati, come riportato dal Telegraph, è stato l’ufficio del senatore della Florida Marco Rubio. Il rapporto, di 329 pagine, ricostruisce gli incidenti avvenuti in Cina negli ultimi anni, quindi anche nei mesi che precedono la pandemia Covid. Il virus Sars-CoV-2 è emerso per la prima volta a Wuhan nel dicembre 2019, vicino al luogo in cui gli scienziati del WIV stavano raccogliendo e studiando i virus dei pipistrelli. Proprio in quel periodo, si è verificato «un grave guasto o incidente di biocontenimento, che probabilmente coinvolge un patogeno virale».



Il team di ricercatori ha spiegato che tale evento si è verificato nella seconda metà del 2019, «approssimativamente nello stesso periodo di tempo in cui le prove epidemiologiche disponibili indicano che la Sars-CoV-2 è stata introdotta nella popolazione umana a Wuhan». Chi ha stilato tale rapporto ritiene che nei documenti esaminati non vi sia la cosiddetta “pistola fumante” riguardo l’incidente di laboratorio a Wuhan, d’altra parte osservano che c’è una «montagna di prove circostanziali» che indicano un’origine non naturale del Covid. Quindi, la pandemia è stata probabilmente causata da un incidente di laboratorio a Wuhan.



ORIGINE COVID, OMBRE SU LABORATORIO DI WUHAN

«Dopo anni di censura, ci sono prove sempre più evidenti che un qualche tipo di incidente di laboratorio è responsabile della pandemia Covid», ha dichiarato il senatore repubblicano. Il rapporto sull’origine del Covid indica, inoltre, che a partire dal 2018 ci sono stati una serie di rapporti di ispezioni dell’Istituto di virologia di Wuhan che evidenziano «pericoli nascosti» nel laboratorio, «carenze» e vari «problemi» di biosicurezza, definiti «critici» e «urgenti». «Da un’attenta lettura dei rapporti del WIV, che coprono un periodo di oltre tre anni, emerge l’immagine di un’istituzione in difficoltà: sottofinanziata, sottoregolamentata e con poco personale. Al WIV un incidente era quasi in attesa di accadere, e sembra che un incidente, o forse degli incidenti, siano accaduti, e più o meno in concomitanza con l’epidemia iniziale di Sars-CoV-2», si legge nel rapporto.



Gli esperti, come riportato dal Telegraph, sono però ancora divisi su come il Covid abbia raggiunto per la prima volta la popolazione umana: molti ritengono più probabile che sia passato direttamente dai pipistrelli o tramite una specie intermedia. Alcuni scienziati hanno criticato le conclusioni del rapporto, affermando che non ha mostrato nuovi dati. Tra questi Peter Daszak, presidente di EcoHealth Alliance, che però ha collaborato con l’Istituto di virologia di Wuhan. Nel nuovo rapporto sul Covid, gli autori affermano di aver trovato prove del fatto che il personale del WIV fosse sovraccarico di lavoro e non adeguatamente formato.

“PROVE CIRCOSTANZIALI SU INCIDENTE LABORATORIO”

Peraltro, già nel gennaio 2018, diplomatici Usa avevano segnalato a Washington problemi di sicurezza presso il laboratorio di Wuhan. A dicembre 2019, erano stati predisposti diversi «piani di rettifica» per affrontare i problemi del laboratorio. I documenti, come evidenziato dal Telegraph, mostrano anche che nel marzo successivo erano iniziate alcune riparazioni e ristrutturazioni dei laboratori, ma nel luglio 2019 erano necessari ulteriori lavori per rinnovare il sistema dei rifiuti pericolosi, disinfettare l’aria e gestire i campioni di virus. Nel settembre 2019, quindi tre mesi prima che la Cina annunciasse la presenza del Covid, l’Istituto di virologia di Wuhan consigliò all’aeroporto locale di eseguire un’esercitazione per rispondere ad un «nuovo coronavirus» e iniziò a fare scorte di test PCR. Tra settembre e ottobre 2019 si registrò un picco nel traffico ospedaliero a Wuhan, mentre i diplomatici Usa presenti in città avvertivano che era in corso una «stagione influenzale insolitamente violenta».

Quello è il periodo in cui gli atleti in visita a Wuhan per i Giochi mondiali militari si ammalarono e nel novembre 2019 diversi ricercatori del WIV furono ricoverati in ospedale con sintomi di Covid, secondo l’intelligence Usa. Nel novembre 2019, periodo in cui al laboratorio di Wuhan si recò un importante funzionario dell’Accademie delle Scienze cinese, al personale fu chiesto di sottoporsi ad una formazione sulla biosicurezza. Infatti, Ji Changzheng ha trasmesso «importanti istruzioni orali e scritte» da parte del presidente cinese Xi Jinping, in riferimento alla «complessa e grave situazione in cui versa attualmente il lavoro sulla sicurezza». Il rapporto precisa che «non sappiamo ancora con assoluta certezza che un fallimento del biocontenimento sia stato responsabile della prima infezione umana da Sars-CoV-2», ma quello che contiene «è un sostanziale insieme di prove circostanziali che supportano la plausibilità di tale scenario».