L’incidente avvenuto pochi giorni fa a Casal Palocco, a Roma, in cui è morto un bimbo di 5 anni nello schianto tra la Smart sulla quale viaggiava con la mamma e la Lamborghini su cui si trovava il gruppo di youtuber “The Borderline”, è al centro di una serie di accertamenti che comprendono anche indagini sul sistema di noleggi d’auto praticato da alcune concessionarie. L’attenzione degli inquirenti, come riporta Il Messaggero, si concentra quindi anche sulle modalità con cui si accede all’utilizzo di veicoli come quello che si è scontrato con la citycar e non è la prima volta che i noleggi d’auto finiscono sotto la lente investigativa.
Le ombre sono ancora tante, comprese quelle che insistono sulla “facilità” con cui si potrebbe avere una macchina potente pagando anche senza carta di credito. Proprio nello spettro di quest’ultima possibilità, ricostruisce il quotidiano, si innestano fatti di cronaca in cui si nascondono le ipotesi del riciclaggio di denaro sporco e dell’impiego di alcune auto a noleggio per il traffico di stupefacenti. Non il caso degli yuoutuber, ma comunque un altro aspetto dei noleggi senza carta di credito su cui da tempo si condensano indagini e verifiche da parte delle forze dell’ordine. Ad esempio nei mesi scorsi, secondo quanto riporta Il Messaggero, la polizia aveva arrestato un giovane che, stando a quanto emerso, avrebbe noleggiato diversi mezzi per portare avanti una rete di spaccio tra i centri dei Castelli Romani.
La versione della concessionaria della Lamborghini usata dai “The Borderline”
L’incidente di Casal Palocco tra Lamborghini e Smart costato la vita a un bimbo di 5 anni non poteva non alimentare l’attenzione intorno alla condotta delle concessionarie nell’ambito dei noleggi d’auto. Poche ore fa, la concessionaria da cui i “The Borderline” hanno preso la macchina a noleggio ha rotto il silenzio con un comunicato pubblicato sui social. Il titolare respinge ogni ipotesi di negligenza in merito al noleggio della Lamborghini ai giovani youtuber e difende la professionalità dell’operato.
“Tutti sanno quanto generalmente siamo attivi sui social – si legge nella nota su Facebook –, questi giorni di silenzio sono motivati dal forte dolore che proviamo per quanto accaduto. Siamo scossi e addolorati della tragedia consumatasi e il nostro pensiero è rivolto alla famiglia del piccolo. Ci rincresce constatare, però, che l’opinione pubblica sia stata fuorviata da una cattiva informazione normativa, che sta mettendo pesantemente in dubbio la professionalità e la diligenza del nostro operato. Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione. E noi abbiamo effettuato i controlli per garantire il rispetto di tale condizione anche in questa occasione. Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle Autorità. Ma non siamo in alcun modo corresponsabili o, peggio ancora, complici (…)“.