Manuel Bortuzzo è affiancato da suo padre e dai suoi fratelli in una nuova intervista a Verissimo. Insieme padre e figlio ricordano il terribile giorno dell’incidente e le ore successive alla drammatica notizia. “Quando l’abbiamo saputo ci siamo messi in auto come stavamo e abbiamo fatto Treviso-Roma in 3 ore, con duemila euro di autovelox poi arrivati dopo”, ha confessato Franco Bortuzzo ricordando quella sera. In merito alla possibilità che Manuel torni a camminare, il papà ha dichiarato: “La scienza ha fatto passi da gigante, noi quindi andiamo avanti per la nostra strada. Tanti venditori di illusioni ci sono però noi abbiamo ristretto la nostra cerchia a due persone e ci affidiamo a loro. L’importante è andare avanti, non illudersi e combattere.” ​(Aggiornamento di Anna Montesano)



Manuel Bortuzzo, rischischiato di avere solo 90 secondi di vita

Prima che Manuel Bortuzzo entrasse nella spiatissima Casa del Grande Fratello Vip, il suo nome era relegato alle pagine di cronaca. Nel 2019 la vita del ragazzo è cambiata in modo drammatico dopo un incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Manuel rimase coinvolto in una sparatoria durante la quale fu ferito alla schiena da un colpo di pistola esploso da due ragazzi. Il ragazzo, promessa stella del nuoto, fu vittima di uno scambio di persona che avrebbe potuto costargli la vita. In un certo senso, la vita che conduceva prima dell’incidente per lui è ormai un ricordo. “Dodici millimetri più in basso e il proiettile avrebbe colpito l’aorta addominale, avrei avuto 90 secondi di vita”, ha raccontato l’ex Vippone durante un’intervista a Che tempo che fa.



Sono da poco trascorsi tre anni dal tragico evento. Era la notte tra il 2 ed il 3 febbraio 2019 quando l’atleta fu raggiunto da un colpo di pistola nel bel mezzo di un agguato avvenuto alla periferia di Roma, nel quartiere Axa. Poco prima era scoppiata una rissa in un pub, apparentemente per ragioni legate al tifo calcistico e che coinvolse due giovani,  Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli, oggi rispettivamente di 26 e 27 anni. I due, dopo essersi allontanati ed armati di una calibro 38, fecero ritorno in scooter a caccia dell’uomo che li aveva sfidati, mirarono ed esplosero il colpo.



Manuel Bortuzzo: il suo sogno di tornare a camminare dopo l’incidente

Quel proiettile maledetto raggiunse la schiena del giovane Manuel Bortuzzo, il bersaglio sbagliato. I due ragazzi, infatti, scambiarono il giovane atleta per l’uomo che stavano cercando, aprendo il fuoco e colpendolo alla schiena. In quei frangenti Manuel si trovava davanti a un distributore automatico di sigarette nei pressi del locale ed era totalmente estraneo alla precedente rissa. All’epoca dei fatti il nuotatore aveva 20 anni e con lui si trovava Martina Rossi, la ragazza che stava da poco frequentando e fortunatamente rimasta illesa.

Trasportato d’urgenza al San Camillo di Roma, Manuel iniziò la sua lotta per sopravvivere, dalla quale ne è uscito vincente. I due autori della sparatoria, pochi giorni dopo confessarono di aver commesso il raid ma ammisero di aver colpito Bortuzzo per puro errore. “Non volevano uccidere, non c’è stata alcuna premeditazione”, hanno sostenuto le difese di Marinelli e Bazzano, rappresentate dagli avvocati Alessandro Federicis e Giulia Cassaro. Al termine del processo di primo grado, il gup riconobbe la premeditazione condannando Marinelli e Bazzano a 16 anni. Pena poi ridotta a 14 anni e 8 mesi in Appello. Dopo gli accertamenti secondo i quali la lesione midollare non era completa, il sogno di Manuel è adesso quello di tornare a camminare: “Tornare a camminare è il sogno della mia vita però se non succede vuol dire che realizzerò tutti gli altri”, aveva tuttavia spiegato in una intervista a Il Giornale.