taishNon è chiaro cosa stia succedendo in Cina nella centrale nucleare di Taishan, dove è in corso una emergenza per una possibile fuga radioattiva. Si tratta di una centrale, l’unica al mondo, che fa uso degli unici reattori di ultimissima generazione EPR, costruiti dal colosso francese Edf, i più potenti al mondo”, come ci ha spiegato Marco Ricotti, docente di Impianti nucleari al Politecnico di Milano. L’Agenzia internazionale nucleare ha chiesto una riunione di emergenza con le autorità cinesi: la paura, come sempre succede quando si tratta di Pechino, è che non vengano date informazioni corrette. Sempre secondo Ricotti, però, si tratterebbe di un episodio che accade normalmente in tutte le centrali nucleari, “quando alcune delle decine di migliaia di barrette di combustibile si danneggiano e dopo un processo particolare, una volta decaduta la radioattività principale, i gas vengono dispersi nell’aria attraverso un apposito camino”. Ci sono tuttavia anche aspetti geopolitici, che coinvolgono Stati Uniti e Francia, in quel che sta accadendo.
La centrale cinese coinvolta nell’incidente è l’unica al mondo a disporre dei reattori EPR, prodotti dal colosso francese Edf e installati dalla sua filiale francese Framatome. Che particolarità hanno questi reattori?
Sono l’ultimo modello sviluppato dalla tecnologia francese, sono stati venduti da Edf alla Francia, alla Finlandia e alla Cina, ma solo qui sono già entrati in funzione. Sono reattori di cosiddetta terza generazione avanzata, l’ultima concepita nel settore nucleare, classici dal punto di vista della tecnologia di base, ma molto grandi, i più grandi mai costruiti: producono 1.600 megawatt elettrici per singolo reattore.
Sono coinvolti nell’incidente?
L’incidente, per quel che si è capito, riguarda un accumulo, superiore al limite normale, dei gas nobili di fissione.
Cosa significa?
Vuol dire che alcune barrette di combustibile, per via di pressioni interne, rilasciano gas di scissione, una cosa prevista dalle normative internazionali. Nelle decine di migliaia di barrette di combustibile ogni tanto qualcuna presenta delle perdite. Succede così che il gas di emissione va in circolo nell’acqua del reattore, entrano in funzione dei sistemi che purificano l’acqua, estraggono questi gas, li concentrano e poi li lasciano decadere. Quando sono decaduti della radioattività principale, vengono rilasciati attraverso un camino e dispersi nell’aria.
È una prassi normale, dunque?
Sì, tutti gli impianti nucleari e industriali hanno dei rilasci naturali garantiti. Quello che è successo in Cina è che questo accumulo sembra superiore al previsto, per questo motivo Framatome ha parlato di un problema di performance, non un problema di sicurezza imminente.
Sarebbe?
Se questa concentrazione di gas è superiore a quella preventivata, significa che invece di esserci lo zero virgola qualcosa per cento di barrette di combustibile che perdono, ce ne sono invece di più. È un problema di gestione del combustibile, che guarda caso è stato realizzato proprio da Framatome.
Secondo quanto si legge, però, uno dei reattori nucleari perdeva gas di fissione e le autorità cinesi avrebbero alzato i limiti delle radiazioni per mantenerlo in funzione. È una procedura corretta?
È una notizia non confermata dalle autorità cinesi. Non c’è una fuga, nel senso che c’è un rilascio controllato previsto dalle normative. Ma se c’è un accumulo di gas superiore al previsto, bisogna risolvere il problema. Non è una buona prassi quella di aumentare i limiti di rilascio. Comunque, anche se avessero raddoppiato i limiti, non significherebbe un problema di sicurezza, però certamente non è una prassi consigliabile. Anche se non comportasse alcun elemento di rischio per la popolazione, non è una prassi da seguire.
A lasciare aperti i dubbi è il fatto che secondo le ultime notizie già a maggio in America si sapeva di problemi a questa centrale nucleare. Come mai questo è stato reso noto solo oggi?
Sì, è un aspetto che apre un capitolo geopolitico. Secondo questa notizia diffusa dalla Cnn, Framatome già lo scorso maggio aveva mandato una prima lettera al Dipartimento dell’energia nucleare americano, in cui faceva presente questa situazione di performance fuori dagli standard e chiedeva di poter utilizzare una procedura, non si sa bene quale, di proprietà americana. Non hanno ricevuto risposta, così hanno mandato una seconda lettera, facendo pressioni e ribadendo che potevano esserci problemi.
E cosa è successo?
Non si capisce se i francesi hanno calcato la mano per indurre gli americani a rispondere e non si capisce perché solo adesso la notizia sia stata resa nota, guarda caso durante il vertice del G7 nel quale Biden e Macron spingevano per una posizione più forte nei confronti della Cina. Una coincidenza?
Tornando all’incidente, la situazione rientrerà presto?
Questo non possiamo saperlo, è stata chiesta una riunione di emergenza con i vertici cinesi per capire meglio. Gli indizi fanno pensare che non sia un problema di sicurezza imminente, e senza dubbio i cinesi hanno le capacità per affrontare seriamente questo incidente.
(Paolo Vites)
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