Una dura riflessione sulle cause della tragedia di Mestre, costata la vita a 21 persone, viene fatta da Stefano Calamani, presidente di Aisico, Associazione italiana per la sicurezza della circolazione. “In Italia esiste un sistema di infrastrutture in virtù del quale incidenti gravissimi come quello di Mestre accadono ogni 10 anni, l’ultimo fu ad Avellino con 40 vittime. E questo nonostante sulle strade circolino veicoli totalmente diversi da quelli previsti dalle prove di certificazione delle barriere: più veloci, più alti, come i bus a due piani, e più pesanti se si guarda a quelli elettrici”, spiega l’esperto a Il Giornale. Infatti, “ci sono barriere inadeguate, ma che nessuna norma obbliga alla sostituzione, mentre amministrazioni locali, come nel caso di Mestre, non vengono dotate delle risorse necessarie per provvedere a nuovi lavori. E senza questi fondi è impossibile intervenire. È un vero miracolo che incidenti come quelli di Mestre e Avellino siano così pochi, visto lo stato dell’arte”.
Il volo del bus dal cavalcavia ha ucciso 21 persone: tanti anche i feriti, molti dei quali gravi. “Lo scenario drammatico che ho descritto potrebbe ora non avere responsabili, ovvero che tutti i soggetti interessati siano a posto. Però i 21 morti, purtroppo, restano una realtà”, sottolinea ancora l’esperto. Il ruolo della sua associazione, Aisico, è proprio quello di prevenire certe tragedie: “Sulle barriere noi eseguiamo i test secondo norme comunitarie che risalgono a 30 anni fa. Il panorama veicoli, come dicevo, è cambiato: le regole, quindi, devono essere assolutamente aggiornate. Noi ci limitiamo a testare e verificare. Ma ciò che cerchiamo di fare in maniera volontaria, attraverso Aisico, insieme a centri universitari, è di sviluppare una serie di ricerche, molto costose, per far comprendere a chi di dovere che servono norme nuove”.
Allarme batterie: “Forte rischio incendi”
Il peso delle batterie, come analizzato a lungo in questi giorni, potrebbe aver avuto un ruolo nella tragedia del bus volato dal cavalcavia a Maestre. Stefano Calamani, a Il Giornale, spiega: “Anche qui, se si vogliono mettere sulle strade più veicoli elettrici, oltre a considerare il forte rischio di incendi, per di più difficili da spegnere, occorre adeguare le infrastrutture, le stesse che oggi non sono in grado di far fronte alle peculiarità di questi automezzi”. Ancora una volta, però, prima di aprire gli occhi si attende la tragedia. Non è la prima volta che accade, spiega il presidente Aisico: “Prima che crollasse il ponte Morandi di Genova, parlando con le varie amministrazioni per proporre sistemi di monitoraggio, la risposta che ci veniva data era sempre identica: I ponti non cadono. Invece…”.
Il colpevole non va cercato nella città di Mestre, secondo l’esperto. “Il fatto che oggi le barriere non siano sicure è verissimo, ma è inutile cercare il capro espiatorio a livello locale. Il problema è di Stato ed europeo”, sottolinea Calamani. Dal nuovo Codice della strada potrebbero arrivare risposte precise: “Nel testo attuale l’articolo 14 parla genericamente della manutenzione di queste infrastrutture. Bisogna, invece, affrontare il tema in maniera specifica, soprattutto in relazione alle barriere”.