Stanno aumentando in maniera preoccupante i casi di incidente in montagna, e spesso e volentieri gli interventi dei soccorritori sono dovuti a chiamate a seguito di infortunio scaturiti da un tentativo di fare una foto, lo scatto più bello e suggestivo da pubblicare sui social. L’ultimo esempio lampante in tal senso, come scrive il quotidiano Il Foglio, è quello di una ragazza finlandese che è precipitata in un burrone sul Sentiero degli Dei, nella penisola sorrentina, morendo mentre stava facendo una fotografia. I soccorsi nel 2017 erano stati 8.267 mentre nel 2022 sono diventati 10.367 così come riportato dai dati del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas). Gli interventi sono quindi cresciuti del 73 per cento nonostante la presenza sia aumentata del 47 per cento, chiaro indizio che i soccorsi non si sono recati in montagna in maniera maggiore semplicemente perchè i turisti fossero di più.



Il dato che colpisce di più, come sottolineate anche Il Foglio, è che nel 2022 gli interventi dovuti all’incapacità degli escursionisti erano 2.665 contro i 400 di dieci anni fa, quindi quasi sette volte tanto. E i morti, come testimoniato anche dalla studentessa finlandese, sono raddoppiati. Purtroppo negli ultimi anni si è diffusa la credenza generale che la montagna fosse un qualcosa “per tutti”, due parole usate moltissimo dal marketing turistico anche in alcune comunicazioni istituzionali, ma “Quel “per tutti” – spiega Il Foglio – fa quasi credere che essa sia priva di pericoli. Non è così”. La montagna è pericolosa, spiega Herb Huller, guida alpina di lungo corso, che aggiunge: “La natura è stupenda, madre, ma è una madre stronza che non perdona mai imbecillità e presunzione”.



INCIDENTI IN MONTAGNA, L’ESPERTO: “L’ANNO SCORSO HO SOCCORSO 2 PERSONE…”

Quindi il suo racconto: “L’anno scorso ho soccorso due persone che erano scivolate in una pietraia. Erano in stato di semi choc sul bordo di un crepaccio. Un imprevisto può accadere, ma rischiare di morire perché si cammina con le scarpe da ginnastica è da idioti”. La montagna non è per tutti, a cominciare da alcuni sentieri che sono per pochi, “per chi ha competenza, esperienza e senso del limite, perché è indispensabile avere il senso del limite. La montagna è fragile e necessita conoscenza sempre, approfondita conoscenza in moltissimi casi”. E ancora: “Si deve avere il buon senso di rispettare il luogo e avere l’accortezza di studiare le sue caratteristiche”.



E un’app sul telefonino non basta: “La tecnologia è importante e utile, ma la si deve sapere utilizzare. Le app non sono il male, usarle senza criterio è il male. Le carte escursionistiche sono ancora il modo migliore per studiare un percorso. Un’escursione, facile o difficile che sia, non può che partire dallo studio, dall’indagine su carta”. Quindi la guida alpina conclude: “Ci si deve informare, capire cosa si può e cosa non si può fare. E avere la consapevolezza di essere in un luogo che può essere pericoloso. Dire che la montagna è per tutti è una menzogna. E’ per tutti quelli che sanno dove sono e a cosa vanno incontro. Uno che vuole fare il medico non prende un bisturi e inizia a operare dopo aver visto un video: studia, fa pratica, si specializza. La montagna è la stessa cosa, solo un po’ più semplice”.