Non sono molti gli studi sull’impatto che ha il Covid sulle donne incinte. Se alcune ricerche hanno dimostrato che ha effetti dannosi, poco si sapeva riguardo l’effetto della malattia causata dal coronavirus tra le donne al primo trimestre di gravidanza. Ma uno studio pubblicato su Ultrasound in Obstetrics & Gynecology, condotto da un team di ricercatori dell’Ankara University Hospital e della Koc University School of Medicine, evidenzia un aumento dell’incidenza dell’aborto durante la pandemia Covid per quanto riguarda le donne al primo trimestre. In questa analisi sono state coinvolte 1.289 donne incinte. Tra il 29 giugno e il 30 settembre 2019, 727 di loro hanno ricevuto avuto la loro prima visita prenatale; di queste 67 (9,2%) hanno avuto un aborto spontaneo.



Nello stesso periodo, ma relativo al 2020, 542 donne hanno ricevuto la loro prima visita prenatale, di loro 64 (11,8%) hanno avuto un aborto spontaneo prima delle 12 settimane di gestazione. Delle donne che hanno avuto aborto spontaneo nel 2020, il 4,7% era positivo al coronavirus. Applicando il modello Regressione di Poisson è emerso che il numero di aborti su 100 nuove gravidanze era significativamente più alto nel 2020 rispetto al 2019.



DONNE INCINTE E COVID: AUMENTA INCIDENZA ABORTO MA…

Lo studio in questione, d’altra parte, rileva che il tasso delle donne incinte risultate positive al coronavirus non ha avuto un effetto significativo su quello di aborto, il cui aumento è dovuto alla diminuzione delle nuove gravidanze nel 2020. Ma il numero assoluto del 2019 è simile a quello del 2020. Ma visto che l’incidenza dell’aborto spontaneo è aumentata del 25% durante la pandemia Covid nella nostra popolazione, servono studi più ampi. D’altra parte, si tratta di un lavoro che presenta delle limitazioni. Ad esempio, i ricercatori evidenziano che non è stata eseguita un’analisi sulla tendenza, né erano disponibili dati sierologici per documentare una precedente infezione da coronavirus. Peraltro, anche il periodo di campionamento è stato limitato. Dunque, il suggerimento è di eseguire studi più ampi, che comprendano anche più ospedali, usando anche dati sieroligici per stabilire un eventuale legame causale tra aborto spontaneo e Covid.

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