La vera scoperta che Calenda dice di aver fatto a Palazzo Chigi è che la Meloni è preparata. In realtà si è contenuto. Pare l’abbia trovata molto più alta che in foto, con dei capelli corvini, aperta al dialogo con tutti e pacata nei toni. Insomma una donna da sposare. Almeno politicamente. È chiaro che Calenda corteggia Giorgia ma ha in mente ben altra consorte. Come un consumato seduttore, i complimenti alla (ex) migliore amica servono ad ingelosire la vera preda. Che ha le fattezze di quella misteriosa e volubile signora che agita le sue notti insonni: l’area di centro.



Oggi seduta nei banchi messi a disposizione del migliore di tutti a sedurre. Silvio ha avuto una liaison trentennale con la bella signora. E di soddisfazione ne ha avute.  Governi, incarichi e popolarità costruiti sul filo della battuta e delle norme ad effetto. Ha domato il centro politico del Paese come e meglio di alcuni democristiani sopravvissuti alla balena bianca. E con le sue doti è risuscito a mantenere il ruolo sino quasi a settembre, quando un nutrito gruppo di emissari del ceto medio si sono seduti in Parlamento grazie al residuo fascino del vecchio maestro.



Calenda vuole dimostrare di essere all’altezza. E deve quindi attuare una strategia che lo metta in condizione di partire all’assalto. Escluso che possa mostrare lo stesso fascino dell’originale, non avendone la ricchezza e le abilità imprenditoriali, non gli resta che apparire agli occhi dei deputati centristi come uno che piace alla gente che piace. Aver un buon dialogo con la Meloni significa soprattutto questo: aprire la strada ad un potenziale “confronto costruttivo”, come si fa non tra nemici giurati ma come si usa tra avversari in attesa di diventare amici.

Non che debba accadere. Ma già la suggestione è utile ad approcciare in Transatlantico i dubbiosi e serve a Mara, a Mariastella ed a Letizia per convincere gli indecisi che il loro “capo” non è per niente un servo del Pd e che anzi loro, le ex fedeli donne del più bravo di tutti, hanno intravisto in Carlo quella scintilla di Silvio che serve a far innamorare la volubile signora dell’area di centro, oggi accasata pro tempore da Giorgia.



Come in tute le crisi che si rispettino, infatti, una donna smarrita va da una amica per un po’ e così l’area di centro oggi ingrossa i sondaggi di Fratelli d’Italia, attratta dai comfort della nuova casa di Giorgia. Ma non appena arriva un bel partito, di nome e di fatto, ecco che potrebbe immediatamente innamorarsi di nuovo e costruire le fortune di chi sappia sedurla. Calenda mira a questo. Apparire agli occhi dei parlamentari di Forza Italia e dell’opinione pubblica che ancora rimpiange il Silvio che politicamente fu, il suo epigono. E guadagnarsi cosi quell’area di centro che tanto anela.

Perciò la visita a Giorgia è stata eclatante ed i complimenti quasi roboanti. Serve tanto rumore ad attrarre l’attenzione e a far partire quel chiacchiericcio di sottofondo, quei sussurri utili a costruire ogni grande, duraturo amore. O almeno, Carlo lo spera.

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