Dopo la scissione dal Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio protagonista delle manovre per il “grande centro”. Il leader di Insieme per il futuro è pronto a unire le forze centriste per la creazione di un terzo polo distante da centrodestra e centrosinistra. Dalle parole ai fatti, con l’incontro registrato ieri con il sindaco di Milano, Beppe Sala.



Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il vertice di mercoledì rappresenta il primo passo della nascente rete dei sindaci. Un soggetto politico con un progetto condiviso, dunque, con l’obiettivo di raccogliere il sostegno di primi cittadini e consiglieri comunali. Un faccia a faccia durato un’ora e mezza dopo gli attestati di stima reciproca annotati nel corso degli ultimi mesi. Ma il percorso non è dei più semplici…



Incontro Di Maio-Sala: prove di grande centro?

Di Maio e Sala hanno smentito le indiscrezioni giornalistiche, ma i segnali sono chiari. “Se incontro un ministro è chiaro che in primis ho in testa i bisogni di Milano”, ha spiegato il primo cittadino meneghino. Come riporta l’Agi, Sala ha spiegato che con Di Maio c’è un confronto su una serie di idee, ma “da qui a dire che potrà nascere qualcosa con lui o con altri per me è prematuro”. L’obiettivo è quello di arrivare alle politiche già pronti, ma gli altri attori centristi non sembrano interessati all’asse tra il ministro e il sindaco.



Piuttosto tranchant il giudizio di Carlo Calenda, leader di Azione: “Sala rappresenta per noi un ottimo sindaco. Ma vorrei capire, forse è l’effetto del long Covid, cosa lo spinge ad apire a Di Maio, che non c’entra niente con questa area, che ha fatto 18 parti in commedia avvelenando il dibattito italiano. Chi se ne frega cosa si sono detti”, le sue parole a margine della presentazione del Comitato di garanzia dei liberali democratici repubblicani europei. Anche Giovanni Toti è apparso freddo sul tema ai microfoni di Radio 1 Rai: “Il centro? Lo vedo un pò affollato – riporta Italpress – Io non so se Di Maio e Sala pensano a qualcosa che abbia tipicamente le caratteristiche di uno schieramento al centro, gli auguro buona fortuna ma ritengo che non sia la collocazione politica a cui penso io. Io credo che dovremmo ragionare diversamente: proviamo a fare una agenda riformista e pragmatica per il Paese e poi vediamo chi ci sta”.