SALTA L’INCONTRO TRA CONTE E DRAGHI PER IL CAOS MARMOLADA
È saltato l’incontro odierno tra Giuseppe Conte e Mario Draghi dopo il caos avvenuto ieri sulla Marmolada: il crollo di un saracco di ghiaccio ha portato il Premier ad un sopralluogo sui luoghi della tragedia in mattinata ma le condizioni meteo – che rischiano di creare un nuovo crollo, dicono gli esperti sul luogo – hanno ritardato l’atterraggio fatto non più a Canazei ma direttamente a Trento.
Per questo motivo, e dopo la disponibilità data dallo stesso leader M5s, il nuovo incontro tra Conte e Draghi è già stato rischedulato e si terrà mercoledì 6 luglio alle 16.30, fonte Palazzo Chigi: rischia tra l’altro di saltare anche il Cdm previsto sempre oggi ma alle ore 18, la riunione in cui si sarebbe dovuto deliberare lo stato d’emergenza per la siccità nelle aree maggiormente colpite. Il ritardo nel sopralluogo in Veneto e Trentino del Premier sta inevitabilmente cambiando in corsa l’agenda degli impegni del Presidente Mario Draghi, così come quella dello stesso Governo.
L’INCONTRO TRA DRAGHI E CONTE: COME SI È ARRIVATI A OGGI
È in programma oggi alle 16.30 a Palazzo Chigi l’incontro-scontro tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader del M5s Giuseppe Conte, suo predecessore allo scranno del Governo: sul tavolo tutti i temi della “sfida” pentastellata all’esecutivo, dall’inflazione alla crisi energetica, dal Reddito di cittadinanza al salario minimo passando per i punti più delicati come l’invio di armi all’Ucraina e le presunte “chiacchierate” con Grillo del Premier nelle quali veniva richiesta la “cacciata” dell’attuale Presidente 5Stelle.
Insomma, quanto in programma tra qualche ora nel palazzo del Governo potrebbe porre una tregua completa, una pace “armata” fino al 2023 (quando sono in calendario le Elezioni Politiche) oppure la rottura definitiva con tanto di crisi di Governo estiva, una sorta di “Papeete 2.0” in salsa M5s. Le tensioni dei giorni passati avevano portato Giuseppe Conte e lanciare quella sorta di “ultimatum” mascherato da appuntamento futuro – quel «ci vediamo lunedì e capiremo su tutto» – al quale Draghi aveva replicato in conferenza stampa post-vertice Nato con un «Sono ancora ottimista, il governo non rischia. Questo governo non si fa senza Cinquestelle. Il governo è nato con i Cinquestelle, non si accontenta di un appoggio esterno». Dallo scontro totale su alcuni punti del cronoprogramma di Governo, la tensione tra Palazzo Chigi e M5s si è acuita con i rumors – denunciati da Domenico De Masi – sulla richiesta del Premier fatta a Grillo di rimuovere Conte dal vertice M5s perché “pericoloso per il Governo”. La Presidenza del Consiglio aveva subito smentito, mentre Conte aveva rilanciato «sono sconcertato, è molto grave un’ingerenza del Premier di questa portata»: in conferenza stampa poi Draghi aveva sentenziato, «Non ho mai fatto queste dichiarazioni. Mi dicono che ci sono riscontri oggettivi. Messaggi? Vediamoli, li aspetto. Non ho mai neanche pensato di entrare nelle questioni interne di un partito. Credo che anche Grillo abbia smentito».
LE RICHIESTE DEL M5S PER LA “PACE” CON DRAGHI
L’incontro di questo pomeriggio tra Draghi e Conte sarà preceduto dal Consiglio nazionale del Movimento che si riunirà alle ore 13 per definire la linea in vista dell’appuntamento “chiarificatore”: nel frattempo, il Premier stamane è atteso a Canazei per visitare i luoghi della tragedia immane che ha colpito la Marmolada nella giornata di ieri. Fonti qualificate del Presidente del Consiglio all’Adnkronos scommettono sulla buona riuscita del vertice odierno per far proseguire il lavoro del Governo fino alla scadenza naturale della Legislatura: «c’è ascolto e massima attenzione ai temi del Movimento come a quelli di altre forze politiche», spiegano le fonti d’agenzia, «ma l’agenda resta la stessa e le sfide che attendono il governo non possono essere eluse, anche alla luce del Pnrr».
Draghi continua a smentire quanto messo in giro da De Masi sui presunti messaggi tra Premier e Grillo, ma il nodo della partita è ben più ampio: il “dossier” preparato dagli sherpa del M5s contiene, in circa 7 pagine totali, richieste su armi Ucraina, Reddito di cittadinanza, salario minimo, termovalorizzatore di Roma e garanzie sul Superbonus 110%, Un piatto dunque “ricco” sul quale la possibilità di scontro totale, al momento, non è da escludere a priori. Ad animare ulteriormente la vigilia dell’incontro, la bufera in casa Pd-M5s per le parole del Ministro della Cultura Dario Franceschini (che parla poco sul fronte politico, ma quando lo fa “smuove” sempre parecchio): «Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione – perché un appoggio esterno è una rottura – per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale». Non solo, il Ministro Dem ha poi concluso con «Servono generosità ed elasticità nell’incontro tra Draghi e Conte, che hanno in mano il destino della prossima legislatura».