Il tavolo si riaggiornerà lunedì nella nuova Conferenza Stato-Regioni, ma al momento i parametri Cts inseriti nell’ultimo Dpcm rimarranno tali (ovvero 21, compreso l’Rt) fino al prossimo 3 dicembre: «da domani fino a fine mese ci sarà un tavolo tecnico tra il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, i tecnici dell’istituto, quelli del ministero della Salute e delle Regioni per valutare le ulteriori ponderazioni e proposte delle Regioni» ha spiegato il Ministro Boccia ai Governatori collegati questo pomeriggio (Toti, Acquaroli, Fedriga, Toma, Marsilio, Bardì e Spirlì). «C’è stata una condivisione unitaria del percorso», ha commentato lo stesso Ministro all’Ansa al termine della videoconferenza. Novità importante arriva invece sul settore degli indennizzi: le Regioni infatti che applicheranno autonomamente delle misure restrittive per i propri territori potranno richiedere comunque i ristori per le categorie colpite dai provvedimenti. Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha invece sottolineato l’importanza di non “mollare” lo sforzo per contenere il contagio proprio ora: «Nessuno sottovaluti la serietà della situazione. La pressione sulle strutture sanitarie è molto alta. Non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficiente segnale incoraggiante in uno scampato pericolo. I primi segnali positivi sono frutto delle misure che abbiamo assunto nelle ultime settimane», avrebbe detto il titolare della Sanità secondo l’Agenzia Ansa.



BOCCIA: “PARAMETRI RESTANO FINO AL 3 DICEMBRE”

Secondo quanto riportato da Adnkronos, il Ministro Francesco Boccia ha chiarito all’inizio della videoconferenza con le Regioni che i parametri del Cts restano e resteranno effettivi almeno fino al prossimo 3 dicembre: il sistema dei 21 parametri «Fino al 3 dicembre non è in discussione». Anticipando poi i temi che saranno propri della cabina di regia – convocata domani per discutere del nuovo monitoraggio Iss e delle prescrizioni Cts sulle zone di rischio – il titolare degli Affari Regionali ribadisce ai Governatori collegati «Oggi ci sono alcune Regioni in rosso, non escludo che ce ne possano essere altre nei prossimi giorni. Questo dipende dai dati del monitoraggio di ogni settimana». Mentre è scontato l’ingresso dell’Abruzzo in zona rossa (essendo già stato anticipato dall’ordinanza di Marsilio che impone il lockdown dal 18 novembre scorso, ndr) particolarmente delicata la situazione della Puglia: Boccia spiega «dipende dai dati. Fa bene Emiliano a chiedere restrizioni e essere rigoroso. Se lo chiede per due province, se ci sono le condizioni, ha senso chiederlo per tutta la regione nella prima fase. Ma aspettiamo i dati».



CONTE: “PARAMETRI RESTANO QUELLI DEL DPCM”

Intervenendo all’ultima giornata dell’annuale Assemblea Nazionale Anci (i Comuni d’Italia), il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte risponde a “distanza” alle Regioni in merito alle richieste di diminuire i parametri scientifici fissati nell’algoritmo Cts: «De Caro (Presidente Anci, ndr) ha ragione: occorre rendere trasparenti e chiari questi meccanismi e parametri a tutta la popolazione ma parliamo di algoritmi ed un po’ complicato rendere semplice un meccanismo complesso». Una mezza apertura che subito dopo torna “chiusura” nel messaggio successivo lanciato da Conte in video collegamento con i sindaci italiani: «Ricordiamo sempre che all’interno della cabina di regia ci sono tre rappresentanti delle regioni che hanno contribuito a elaborare questi parametri e ogni volta partecipano alla comunicazione dell’esito del monitoraggio. Comunque faremo ancora di più per cercare di rendere e chiari e trasparenti questi meccanismi, ma questo non diventi confusione». Secondo il Presidente del Consiglio non deve essere la politica a decidere parametri e meccanismi «dire 5 e 3 è un dibattito scientifico e non politico,  dobbiamo anche fidarci degli esperti. Il dibattito è aperto, abbiamo concordato che è bene che il professor Brusaferro ed esperti spieghino bene i parametri ai presidenti delle regioni». In merito alla videoconferenza di questo pomeriggio tra Boccia, Speranza e Regioni, il Presidente Conte aggiunge «vedremo quali sono le rimostranze dei presidenti delle regioni e la loro validità. Dire però oggi che sarebbe meglio passare da 21 a 5 a 3 non ha molto senso». Possibili novità invece potrebbero arrivare nelle regolamentazioni sulle zone rosse tra province e comuni: «Il meccanismo che adottiamo è già tarato anche su base provinciale, è possibile differenziare le aree più in una medesima regioni aree, così da adottare misure più rigide nelle province più a rischio ma anche strette più leggere nelle province meno a rischio, che non meritano  penalizzazioni. E’ già previsto nel Dpcm, occorre una richiesta del governatore, fondata su una base scientifica, il ministro Speranza poi valuterà».



INCONTRO GOVERNO-REGIONI SUI PARAMETRI CTS

Si terrà oggi alle ore 16 la videoconferenza tra Governo e Regioni (richiesta fortemente dai Presidenti nell’ultima Conferenza di martedì) per discutere dei parametri Cts inseriti nell’ultimo Dpcm, sui criteri per individuare le zone rosse e arancioni e per iniziare ad impostare la discussione poi da riprendere nella Conferenza Stato-Regioni nei prossimi giorni sul nuovo Dpcm in avvicinamento per le feste di Natale (dal 3 dicembre in poi). Le richieste dei Governatori sono state esplicitate nell’ultima Conferenza delle Regioni lo scorso martedì, dove in maniera unanime i 21 Presidenti hanno formalmente chiesto di rivedere la struttura dell’algoritmo Cts (21 parametri tra cui l’Rt) per definire le zone di rischio del Paese. «Al momento non abbiamo avuto risposta dal governo sulla riduzione dei 21 parametri a 5», ha detto ieri il Presidente del Veneto Luca Zaia, supportato praticamente da tutti gli altri Governatori. I 5 criteri che propongono le Regioni riguardano in sostanza: la percentuale di tamponi positivi (escluso screening e re-testing degli stessi soggetti); un Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata Iss; tasso di occupazione dei posti letto per pazienti Covid e dei posti di Terapia intensiva; numero e tipologia figure dedicate a contact-tracing. Ci hanno pensato ieri prima il Ministro della Salute Roberto Speranza, poi lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a ribadire la ferma convinzione del Governo di mantenere la struttura dell’algoritmo così come è: «I parametri che determinano le misure anti-Covid sono 21. Il dialogo con le Regioni è però sempre aperto», ha sottolineato il titolare della Sanità.

LE NOVITÀ DEL PROSSIMO DPCM

Di contro però il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha colto l’invito sensato delle Regioni e nella videoconferenza di oggi proverà – assieme al Ministro Speranza e al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro – a trovare un punto d’incontro per il prosieguo dell’emergenza Covid-19. «Quello che le Regioni chiedono è di creare un meccanismo che sia più facilmente comprensibile anche dall’opinione pubblica, ancorato a valutazioni scientifiche e mediche ma nello stesso tempo più chiaro nella percezione delle persone», ha rilanciato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, mentre lo stesso Boccia ha replicato a distanza «aprire tutto non è contemplato, ci porterebbe al primo gennaio 2020 e non ci possiamo arrivare fino a quando non abbiamo la certezza che ne siamo fuori. Riduciamo il contagio e i luoghi del contagio e poi valuteremo le diverse condizioni territoriali». È proprio sul finire della videoconferenza di oggi che Governo e Regioni inizieranno a ragionare sulle ipotesi in campo per il prossimo Dpcm (che scatterà il 3 dicembre), già ridefinito “decreto Natale”: secondo le anticipazioni del Corriere della Sera, sentite fonti governative, il piano sarebbe quello di riaprire negozi, ristoranti e bar con specifiche limitazioni ma assai meno rigide delle attuali zone rosse. Si tratterebbe di un’apertura a tempo per permettere un respiro alle attività commerciali ed economiche, con la “promessa” di operare nuove chiusure il 21-22 dicembre appena prima delle feste. Niente cenoni “allargati” o spostamenti in altre Regioni, su questo valutano e discutono i tecnici e oggi con i Governatori si potrà avere un primo “polso” della situazione dai singoli territori d’Italia.