Nella giornata di ieri – giovedì 11 luglio 2024 – si è tenuta la quinta tappa del viaggio di pace che il leader ungherese Viktor Orban ha avviato da un paio di settimane a questa parte e che l’ha portato in Florida – precisamente a Mar-a-Lago – dove si è tenuto un incontro privato con Donald Trump: il tema sul piatto delle trattative (o almeno, secondo quanto è stato riferito poche ore dopo dall’ungherese) è sempre lo stesso degli ultimi giorni; ovvero la pace in Ucraina. Non è facile ricostruire quanto sia stato effettivamente discusso da Orban e da Trump durante quelle poche ore di incontro negli States, ma nel frattempo sembra che qualsiasi fossero i punti trattati si possa parlare di un vero e proprio successo, prontamente attenuato (come in ogni altra tappa del viaggio del primo ministro ungherese) dall’opposizione ferma e netta dell’Unione Europea, della Nato e – addirittura – della Russia.



Tutto ciò che sappiamo dell’incontro – poi arriveremo anche alle voci contrarie – è dato da una brevissima ricostruzione fatta dallo stesso Orban dopo il vertice con Trump sul suo profilo Twitter in cui parla di – citiamo direttamente – “missione di pace 5.0” lasciando intendere che all’orizzonte ci sono delle “buone notizie” per quanto riguarda “i modi per creare la pace” e promettendo che il candidato ed ex presidente USA “risolverà tutto“. In un altro post pubblicato poco prima l’attuale presidente di turno dell’Ue aveva anche elogiato il Repubblicano ricordando che “durante la sua presidenza (..) ha dimostrato di essere un uomo di pace“, nell’auspicio che “lo farà di nuovo” dopo il voto di novembre.



Dall’Ue alla Russia, tutte le critiche all’incontro di ieri tra Orban e Trump

Insomma: il copione è lo stesso che abbiamo già visto nelle scorse settimane con il premier ungherese Viktor Orban che continua il suo lungo viaggio per discutere (informalmente) di una presunta pace in Ucraina, tirando in causa – questa volta – Donald Trump; mentre dall’altra parte della barricata tutti i suoi alleati tra l’Unione Europea e la Nato sembrano sconcertati dall’idea che l’ungherese abbia preso questa singola iniziativa. Charles Michel – il presidente del Consiglio UE – commentando la notizia del viaggio di Orban da Trump ha ribadito quanto aveva già detto la scorsa settimana prima del vertice con Putin, sottolineando che “la presidenza di turno non rappresenta l’Ue e livello internazionale“, che la linea europea resta immutata – “chiara e netta”, spiega – e che “questa visita (..) non è stata a nome dell’Ue”.



Tesi condivisa anche dal presidente francese Emmanuel Macron che in una dichiarazione ai media francesi – legittimando la visita di Orban a Trump – ha ribadito che “non l’ha fatto in quanto presidente di questo semestre con responsabilità europee”; mentre la posizione più dura arriva da parte dal ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock che (citata da AlJazeera) ha suggerito la necessità di avviare una riflessione sul proseguo “della presidenza del consiglio ungherese” dopo “12 giorni” in cui il primo ministro “ha già causato molti danni“.

Non manca – infine – neppure un commento (indiretto) da parte di Putin che tramite il suo portavoce Dmitri Peskov citato dall’agenzia russa Tass ha precisato di “non [aver] trasmesso alcun messaggio a Trump tramite Orban”; mentre il suo omologo/avversario Zelensky – rispondendo ieri alla domanda di un giornalista dopo il vertice della Nato a Washington – si è limitato a sottolineare che “non tutti i leader sono in grado di negoziare” la fine di un conflitto.