Non sempre i lavoratori possono usufruire di un’auto aziendale con una carta aziendale, ma nei casi in cui il lavoratore è destinato a compiere un viaggio per finalità lavorative, il prezzo del viaggio viene corrisposto dall’azienda. Alcune aziende scelgono lo strumento della diaria e quindi stabiliscono un forfait da dare mensilmente, altra invece intendono stipulare l’indennità chilometrica.
Ma che cos’è veramente? In che modo viene calcolata?
Indennità chilometrica: che cos’è e che parametri segue
Il datore di lavoro solitamente affida al dipendente l’auto aziendale, in assenza di questa il lavoratore deve utilizzare mezzi propri. Il viaggio è effettuato naturalmente deve avere una finalità lavorativa e il carburante utilizzato viene spesato dall’azienda. Per questo si parla di rimborso chilometrico, perché per stabilire la spesa del rimborso si calcola il prezzo del carburante rapportata ai chilometri percorsi. Eppure i prezzi di riferimento per stabilire la quantità di indennità da aggiungere lo stipendio vengono ricavati da una tabella Aci.
Queste tabelle sono suddivise per categoria e quindi si distingue tra motocicli, autoveicoli a benzina, autoveicoli a gasolio e via discorrendo.
Indennità chilometrica: in che modo viene tassata
Quando però l’indennità chilometrica viene addizionata allo stipendio, questo viene necessariamente tassato, quindi il datore di lavoro dovrà versare in busta paga l’indennità chilometrica ma con una voce separata rispetto all’ordinaria retribuzione poiché le tassazione è differente.
In particolare i principi relativi alla tassazione sono dettati da una circolare del Ministero delle finanze del 1997, vale a dire per le trasferte nello stesso comune o territorio comunale il rimborso è tassato come avviene per il resto del reddito. Per le trasferte fuori comune l’indennità chilometrica in busta paga non è tassata a patto che il rimborso si è stabilito sulla base dei coefficienti ACI.