L’EUTANASIA SUL CASO INDI GREGORY: IL GIUDIZIO DELLA DOTT.SSA LEONARDI, MEMBRO DEL COMITATO BIOETICA
Grazie al lavoro dell’avvocato della famiglia Simone Pillon (ex parlamentare Lega) e grazie soprattutto all’appello presentato dal console italiano in Uk, Matteo Corradini, è stato spostato il termine ultimo per il distacco della spina di Indi Gregory, la piccola neonata affetta da rarissima malattia mitocrondiale e avviata alla morte senza macchinari qualora non intervenisse in extremis la decisione di un giudice per permettere il trasferimento in Italia. In attesa di capire se la piccola Indi – nel frattempo divenuta cittadina italiana per volere del CdM del Governo Meloni – oggi sarà trasferita all’ospedale Bambino Gesù di Roma (decisione del giudice Robert Peel in arrivo oggi alle ore 13), si allarga il dibattito sull’eutanasia e il discrimine sulla libertà di scelta.
Intervistata da “Il Giornale”, la dottoressa Matilde Leonardi (Direttore Struttura Complessa UOC Neurologia al Basta di Milano, oltre che componente del Comitato Nazionale per la Bioetica) si scaglia contro la decisione dei giudici inglesi che fin ad oggi hanno negato qualsiasi tentativo di lasciare ai genitori di Indi Gregory la scelta finale sul destino della piccola bimba. «La bioetica clinica si fa al letto del paziente, non in tribunale», attacca la dottoressa, sconvolta dal peso lasciato in mano alle Corti Uk nel decidere le sorti di Indi. «La scelta di portare Indi al Bambino Gesù è per permetterle di morire senza sofferenza quando dovrà morire, non quando i giudici decidono che devono farla morire», sottolinea ancora Leonardi, secondo cui un giudizio bioetico deve comunque partire dalla conoscenza del dato scientifico. Ad esempio, Indi Gregory soffre si di una malattia al momento incurabile ma non ha la tracheotomia: ha un tubicino nasotracheale con tubi collegati ad un ventilatore e un sondino per l’alimentazione, è vigile e reattiva e sembra non sofferente: «Così ce ne sono tanti e chi lavora con patologie, neurologiche e non, complesse ne vede tanti. Staccare tutto è eutanasia».
LEONARDI: “COME SI FA A NON LASCIARE LIBERTÀ DI SCELTA AI GENITORI DI INDI?”
Secondo la direttrice neurologica del Besta di Milano, i genitori di Indi Gregory – che continuano a ringraziare l’Italia per tutti gli sforzi atti ad impedire il distacco della spina dei macchinari senza il loro permesso – sono comunque stati abbandonati: «Penso che sia venuto totalmente a mancare il rapporto medico-famiglia del paziente, la relazione è stata del tutto spezzata da quando sono stati messi di mezzo i giudici. Certe cose non si decidono in tribunale». Resta il dato di realtà che la dottoressa Leonardi non intende nascondere: ad oggi la piccola Indi Gregory è destinata a morire per la sua patologia gravissima, ma il trasferimento in Italia sarebbe una vittoria della diplomazia.
«Sarebbe già una conquista se la piccola morisse per la sua patologia – con tutte le assistenze del caso – e non perchè è stato deciso così da persone che non sono nemmeno medici», rileva ancora Leonardi al “Giornale”. In un’altra chiacchierata, questa volta con “Avvenire”, la membro del Comitato di Bioetica si fa ancora più esplicita: «perché si nega ai genitori di Indi Gregory la libertà di scelta? Vogliono portarla al Bambino Gesù, uno dei migliori ospedali pediatrici al mondo», l’invito è quello di lasciarli liberi. Ma questo non sta avvenendo.