L’India presenterà reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio. Al centro della bufera c’è la proposta dell’Unione Europea di imporre tariffe dal 20% al 35% sulle importazioni di beni ad alto contenuto di carbonio, come acciaio, minerale di ferro e cemento provenienti dall’India. Ossia la carbon tax. La dichiarazione arriva da fonti governative e industriali di alto livello ed è stata rilanciata dal portale Euractiv.



La volontà di presentare reclamo si inserisce nella strategia di Nuova Delhi per combattere il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) dell’Unione Europea, il cui obiettivo è spingere le industrie locali a investire in nuove tecnologie per ridurre le emissioni di carbonio “In nome della protezione dell’ambiente, l’UE sta introducendo una barriera commerciale che colpirà non solo le esportazioni indiane, ma anche quelle di molti altri Paesi in via di sviluppo“, ha dichiarato un alto funzionario governativo direttamente a conoscenza della questione, citato da Euractiv, aggiungendo che il governo ha intenzione di presentare un reclamo contro la decisione unilaterale dell’UE e di chiedere un aiuto per gli esportatori, in particolare per le piccole imprese. Un altro funzionario ha invece parlato apertamente di discriminazione e pertanto l’India metterà in dubbio la legalità del CBAM e dunque della carbon tax, sostenendo che Nuova Delhi sta già seguendo i protocolli promessi nell’accordo sul clima di Parigi delle Nazioni Unite.



India farà reclamo contro carbon tax: “emissioni ridotte per restare competitivi”

Ad aprile, l’Unione Europea ha approvato il primo piano al mondo per imporre un prelievo sulle importazioni di beni ad alto contenuto di carbonio. Sarà attivo a partire dal 2026 e coinvolgerà le importazioni di acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. L’obiettivo è emissioni zero di gas serra entro il 2050, anticipando l’obiettivo dell’India del 2070. Tra i Paesi in profondo disaccordo c’è l’India, che intende fare reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio contro la carbon tax.



Al momento, i funzionari che si sono espressi sulla questione hanno rifiutato di essere nominati in quanto non autorizzati a parlare con i media, mentre si apprende che il ministero del Commercio e le aziende siderurgiche dell’India non hanno rilasciato commenti. Ajay Sahai, direttore generale della Federazione delle organizzazioni indiane per l’esportazione, ha invocato più tempo per i settori come l’acciaio e i piccoli produttori, riconoscendo che in ogni caso si dovranno ridurre le emissioni per rimanere competitivi a livello globale. Si teme anche che l’applicazione della carbon tax possa aumentare i prezzi di quasi un quinto e dunque il piano dell’Unione Europea potrebbe rendere superflui gli accordi di libero scambio dell’India con altri Paesi e con l’Ue.