In India, secondo l’edizione online del quotidiano “Avvenire”, è in atto un’emergenza parallela a quelle note da tempo, come quella legata alla pandemia da Covid-19, alle violenze sulle donne alla denutrizione di vaste fasce della popolazione: si tratta della persecuzione silenziosa ma costante da parte degli estremisti locali nei confronti dei fedeli cristiani. A denunciarlo infatti è un recente rapporto pubblicato da Porte Aperte/Open Doors secondo il quale il governo nazionalista e filo-sovranista indiano sarebbe di fatto complice di queste persecuzioni verso una delle tante minoranze, e ad aggravare il problema c’è anche la continua campagna di disinformazione condotta sui social network.



Infatti non solo quella cristiana ma altre minoranze religiose sono da tempo vittime di aggressioni e atti di intimidazione volti da una parte ad aumentare la pressione su di loro e dall’altra a concorrere a quel processo di “induizzazione” del Paese voluto dal premier Narendra Modi che, per la prima volta dopo secoli, punta a negare la natura intrinsecamente multireligiosa, oltre che multietnica, della nazione. E secondo un articolo pubblicato da “Avvenire”, queste coercizioni e violenze sono all’ordine del giorno, ma spesso non se ne ha notizia a causa come accennato di campagne di disinformazione veicolate dalle piattaforme social e anche da quelle che nel rapporto di Open Doors vengono definite come “bugie distruttive”.



INDIA, LA PERSECUZIONE SILENZIOSA DEI CRISTIANI: BUGIE, VIOLENZE E RICATTI

Questa opera di induizzazione del Paese, da portare a termine a “ogni costo”, fa dunque sì che nel mirino finisca anche la minoranza cristiana: secondo la ricerca condotta da alcuni studiosi della London School of Economics, infatti, a finire nel mirino sono anche gruppi di fedeli islamici. Questo fa sì che gli esponenti di tutte queste minoranze siano costretti a vivere in uno “stato di costante paura” a causa delle violenze, ma anche di stupri e omicidi perpetrati nei loro confronti e che possono pure restare impuniti. Una sorta di intimidazione a bassa intensità insomma (quando non si sfocia nella cronaca nera…) e che ha visto come vittima, citata appunto nel rapporto, la giovane Sunita che ha dato alla luce un bambino già morto a causa dell’aggressione subita. Al di là degli annunci ufficiali del Governo, il problema esiste e col tempo finirà per rendere impossibile la vita a migliaia di persone di fede cristiana o musulmana.



Straziante battaglia per guadagnarsi da vivere e praticare la propria fede” si legge ancora nel rapporto citato da “Avvenire” e in cui si sottolinea pure come ad essere in pericolo oramai non vi sia solo la libertà religiosa ma pure il rispetto dei più elementari diritti civili. Colpa, come detto, pure dell’opera di disinformazione dei mass media indiani e delle loro ‘propaggini’ sui social network: con la complicità, ovviamente, anche delle autorità nazionali e regionali che spesso chiudono un occhio e, quando non lo fanno, “condonano questi attacchi” al pari delle forze di polizia, peraltro da sempre nell’occhio del ciclone a queste latitudini. Tuttavia, dall’altro lato, il governo nazionalista di Modi garantisce una specie di immunità se queste minoranze si riconvertono all’induismo: chi non lo fa è vittima di questa sorta di ragnatela che coinvolge le alte sfere dell’esecutivo, forze dell’ordine, poteri locali, tribunali e burocrazia.