Artiste, vip, attiviste e intellettuali: decine di donne in India sono state letteralmente messe in vendita su un’applicazione. Un episodio che sta facendo il giro del mondo e che lascia attoniti. L’applicazione Sulli Deals – con un chiaro riferimento al termine dispregiativo hindu per definire le donne musulmane – ha messo all’asta decine di profili con tanto di sfottò: «Migliore offerta del giorno».
L’app in India è rimasta online per ben venti giorni, anche se la vicenda è divenuta di dominio pubblico solo lo scorso fine settimana. Come reso noto dalla stessa azienda, GitHub ha provveduto alla rimozione dell’applicazione, ma la ferita rimane. Molte donne infatti non erano a conoscenza di quanto accaduto: foto e dati sensibili sono stati rubati dai loro social senza che nessuno se ne accorgesse.
India, donne musulmane messe all’asta su app
«Ho contato 83 nomi, ma potrebbero essercene di più», ha raccontato Hana Khan ai microfoni della BBC. La brutta vicenda ha scosso l’India e la vittima ha ricostruito quanto accaduto: «Hanno preso la mia foto da Twitter e aveva il mio nome utente. Questa applicazione è stata in funzione per venti giorni e non lo sapevamo nemmeno. Mi ha fatto venire i brividi lungo la schiena». Hana Khan ha evidenziato di essere stata presa di mira a causa della sua religione: «Sono una donna musulmana che ha visto e sentito, vogliono farci tacere». Ma la paura è tanta in India. Giornaliste, attiviste e artiste hanno denunciato di temere nuove molestie, molte di loro hanno deciso di lasciare i social network. «Non importa quanto tu sia forte, ma se la tua foto o altre informazioni personali vengono rese pubbliche, ti spaventa, ti disturba», il racconto di un’altra donna ai microfoni della BBC. Le donne finite sull’app hanno sporto denuncia e le forze dell’ordine sono a caccia dei responsabili, ma la paura resta tanta, tantissima…