Il governo dell’India riscrive i libri di storia

In India sembra che sia in corso un profondo, e decisamente pericoloso, processo di riscrittura dei libri storia della Nazione, operato dai nazionalisti indù del partito Bharatiya Janata Party (BJP). Saliti al potere nel 2014, hanno già ripubblicato (ovviamente previa revisione, o forse censura) i libri di storia utilizzati nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di far apparire la storia il più favorevole possibile per gli indù, a scapito ovviamente dei musulmani indiani.



Facendo alcuni esempi, dai libri di storia utilizzati dagli studenti in India sono scomparsi i riferimenti precisi a chi assassinò il Mahatma Gandhi nel 1948. Il “padre della nazione”, infatti, era particolarmente mal visto dai popoli indù, che non accettarono mai veramente la sua proposta di giungere ad una convivenza pacifica con i musulmani. Similmente, gli studenti più giovani non sapranno mai (per vie ufficiali almeno) del genocidio dei musulmani tramite i pogrom a Dujarat nel 2002, oppure che (nonostante negli anni sia stato scagionato) Narendra Modi, l’attuale presidente, giocò un ruolo fondamentale nello sterminio. Il fatto più grave, forse, è che dai libri di storia dell’India sono spariti i riferimenti ai popoli Moghul, autori di buona parte del patrimonio culturale indiano, di cui il Taj Mahal è l’esempio perfetto.



L’accusa: “Vogliono cancellare i musulmani e l’Islam”

Ovviamente la revisione dei libri di storia che si sta operando in India non è passata in sordina ed ha portato a diffuse critiche nei confronti del governo. Dal conto suo il Consiglio nazionale per la ricerca e la formazione educativa (il nostro Ministero dell’Istruzione) sostiene che le modifiche siano solamente fini ad alleggerire i programmi scolastici per aiutare gli studenti in difficoltà dopo gli anni di covid, che hanno costretto alla chiusura delle scuole.

Amit Shah, braccio destro e ministro degli Interni di Narendra Modi, commentando la riscrittura dei libri di storia dell’India, ha detto nel 2022 che nessuno può impedire al governo “di riscrivere la sua storia con orgoglio”. Ferme, invece, le critiche arrivate da varie parti della nazione, tra cui spicca quella di Apoorvanand, professore di hindi all’Università di Delhi, citato da Le Monde. “Il BJP vuole fare dell’India laica una nazione indù”, ha spiegato, “perché secondo la loro ideologia il Paese è essenzialmente indù. Rimuovere tutti i riferimenti all’Islam e ai musulmani è un genocidio culturale con l’obiettivo di creare cittadini ignoranti“.