In India è in atto una repressione silenziosa dei cristiani, anche se da tempo sono finiti nel mirino anche i musulmani. Dopo l’era più tollerante del Partito del Congresso, la situazione è peggiorata con il ritorno al potere dei nazionalisti filo-induisti nel 2014. Sono aumentate le discriminazioni e le violenze contro i 30 milioni di fedeli della Chiesa, con attacchi a luoghi di culto soprattutto nell’Uttar Pradesh, mentre le istituzioni restano in silenzio. A scattare la fotografia della situazione è Stefano Vecchia sulle colonne dell’Avvenire, spiegando come nei due governi Modi la repressione e emarginazione ha coinvolto musulmani, cristiani, sikh e animisti, portando avanti l’ideale della “induità”, che prevede una omologazione induista per nascita di chi vive in India.



Lo dimostra la grande celebrazione alla presenza di Modi per il nuovo tempio del dio Ram a Ayodhya, dove sorgeva una moschea e nel 1992 ci fu una strage di 2mila musulmani. Il nazionalismo settario diventa sempre più aggressivo, le intimidazioni e violenze contro le minoranze religiose continuano a crescere. Infatti, nell’ultimo decennio è cresciuta la frequenza di atti discriminatori contro le minoranze. Le violenze contro i musulmani sono note e raccontate, invece quelle che hanno per vittime i cristiani lo sono meno.



INDIA, LA PERSECUZIONE DI CRISTIANI E MUSULMANI IN “SILENZIO”

I motivi sono diversi. Ad esempio, sono attacchi sparsi e di bassa intensità che non arrivano in tv, su Internet o sui giornali. A svelarli le inchieste dei gruppi per i diritti umani che monitorano le violenze contro la Chiesa. Così emerge il persistere di casi di discriminazione anti-cristiana in quei territori in India dove non sono considerati dai media. Gli episodi di intolleranza si sono verificati negli ultimi anni soprattutto nell’Uttar Pradesh, il più popoloso Stato dell’India. Altri si sono verificati in Chattisgarh, Haryana, Madhya Pradesh, Kerala, aree diverse per lingue, etnie, condizioni socio-economiche e composizione religiosa.



Per quanto riguarda la polizia, spesso non tiene conto di avvertimenti e informazioni sui rischi, altre volte arriva tardi. Ha senza dubbio un peso, spiega l’Avvenire, la narrazione degli estremisti indù, diffusa tramite gli organi di propaganda, secondo cui sarebbe in atto una crescente tendenza delle minoranze a imporsi tramite vari metodi sulla maggioranza. Ciò vale per i musulmani col matrimonio con donne indù per superare numericamente i rivali. Invece, i cristiani sono accusati di convertire tramite coercizione, frode o incentivi.