A marzo scorso l’India aveva lanciato un razzo supersonico a capacità nucleare in Pakistan “per errore”. L’incidente, per fortuna, non aveva causato vittime, bensì soltanto dei danni a delle proprietà private. I rapporti tra i due Paesi, già critici, erano stati però ulteriormente incrinati, tanto che attraverso l’Ambasciata era stata chiesta una verifica congiunta per comprendere le cause dell’incidente diplomatico. La richiesta però era stata rifiutata. Adesso il Governo (che inizialmente aveva dato la colpa a un malfunzionamento tecnico nel corso di un controllo di routine) ha provveduto a chiarire da sé quanto accaduto e a prendere dei provvedimenti.



Tre ufficiali dell’Aviazione Militare indiana che lavoravano presso la base militare segreta da dove il missile venne lanciato, come riportato da Ansa, sono stati infatti licenziati a cinque mesi di distanza dall’incidente. In un comunicato diffuso nelle scorse ore è stato annunciato che, attraverso una indagine interna, è stato scoperto che erano stati proprio loro i responsabili. La questione sembrerebbe essere dunque risolta, almeno per il momento.



India lancia razzo a capacità nucleare in Pakistan per errore: tensione tra i due Paesi

La tensione tra i due Paesi infatti, sebbene siano stati presi dei provvedimenti per la questione, rimane alta. Il lancio del razzo a capacità nucleare da parte dell’India in Pakistan, nonostante sia avvenuto “per errore”, si è manifestato infatti come una minaccia rilevante per la sicurezza. Il missile, come riportato da Ansa, era del tipo BrahMos, prodotto congiuntamente da India e da Russia (tanto che il suo nome è un omaggio ai due grandi fiumi, l’indiano Brahmaputra e il russo Moscova).



Il razzo è lanciabile da terra, da un aereo o da una nave o sommergibile. Inoltre, è capace anche di trasportare testate atomiche. Esso viaggia a Mach 3, cioè tre volte la velocità del suono. A marzo scorso è entrato in Pakistan erroneamente, a 125 km dal confine.