Musulmani cacciati da estremisti indù in India. Dopo le violenze scoppiate alla fine di luglio, cresce il terrore e il clima di impunità nello Stato indiano dell’Haryana, dove gruppi radicali come il Bajrang Dal, legati a organizzazioni più ampie che sostengono la supremazia della religione maggioritaria del Paese, seminano paura. Ad esempio, Badshahpur, una delle quattro suddivisioni del distretto di Gurugram, è stata teatro di un’esplosione di violenza religiosa all’inizio di agosto. Sono state saccheggiate aziende di proprietà di musulmani in India, una moschea è stata data alle fiamme ed uno dei sui chierici è stato ucciso. Tutto ciò come rappresaglia per gli scontri durante una processione indù avvenuta il 31 luglio a Nuh. La violenza si è diffusa in tutto lo Stato, causando la morte di almeno sei persone.



Nei giorni successivi, membri di organizzazioni indù di estrema destra hanno cominciato a cacciare le famiglie musulmane giunte da altre parti dell’India per lavorare nella cosiddetta “Millenium City”, come viene chiamata Gurgaon. «Quasi il 100% della violenza contro i musulmani è giustificata», ha dichiarato Somvir Singh a Le Monde. Il giovane è membro del movimento giovanile del Vishwa Hindu Parishad (Associazione indù universale, VHP), un gruppo estremista della stessa famiglia ideologica del partito del primo ministro Narendra Modi. Il Bajrang Dal, fondato nel 1984, è ritenuto il braccio armato dell’Hindutva, un progetto condiviso dal partito al potere, che sostiene la supremazia indù e mira a trasformare l’India secolare in una nazione indù.



CRIMINI D’ODIO CONTRO MUSULMANI IN AUMENTO

Gli appelli al boicottaggio della comunità musulmana e le minacce dei membri del Bajrang Dal sono proliferati in tutto lo Stato dell’Haryana. Nella città di Hansi c’è chi esorta i negozianti locali a licenziare i dipendenti musulmani. In un video, diventato virale sui social, si vede un membro dell’organizzazione che, microfono alla mano e scortato dalla folla, urla: «Se nei prossimi due giorni un venditore musulmano sarà ancora lì, solo lui sarà responsabile di ciò che gli accadrà». Le molestie sono continuate per giorni e non si sono limitate alle frange più estreme. Infatti, come riportato da Le Monde, decine di consigli comunali hanno firmato ordinanze per bandire i venditori musulmani dai loro villaggi. Qualcuno si è tirato indietro, mentre il portavoce delle organizzazioni negava il coinvolgimento delle stesse.



Intanto, decine di famiglie hanno preferito fuggire, almeno temporaneamente. Da quando i nazionalisti indù sono saliti al potere, i crimini d’odio contro la minoranza musulmana (14% della popolazione, pari a 200 milioni di persone) sono aumentati. Negli Stati in cui governano godono di un clima di impunità e della complicità delle forze dell’ordine. Un tribunale locale ha fermato la demolizione di alcune case e attività commerciali appartenenti per la maggior parte a musulmani, sollevando la questione della «pulizia etnica». Harsh Mander, attivista per i diritti umani, a Le Monde ha denunciato che sotto il governo dei nazionalisti, «i musulmani sono diventati cittadini di seconda classe e sempre più indiani della comunità maggioritaria si stanno radicalizzando».