Un test del Dna per ricostruire la storia genetica e «tracciare la purezza delle razze». La singolare iniziativa è stata lanciata in India, dove il ministero della Cultura ha stanziato un budget di circa un milione e duecentomila euro per l’acquisto di kit per il test del Dna e i macchinari all’avanguardia che servono per tale “missione”. Lo rivela il quotidiano The New Indian Express, citando fonti governative di alto livello. Dunque, al momento si tratta di indiscrezioni, ma pare appunto che il processo di acquisizione del kit per 1,4 miliardi di abitanti sia iniziato recentemente, dopo un incontro risalente a due mesi fa a Hyderabad, a cui avrebbero partecipato il segretario del ministero Govind Mohan, l’archeologo Vasant S. Shinde e diversi studiosi del Birbal Sahani Institute of Paleosciences.
Shinde, che è direttore del Rakhigarhi Research Project, nonché docente al National Institute of Advance Study di Bangalore, è famoso come sostenitore di una narrativa maggioritaria Indù che rifiuta la teoria secondo cui la razza ariana è emigrata in India sposando la popolazione indigena del Paese. Si tratta di una opinione sostenuta dal Partito del popolo, il Bharatiya Janata Party di Narendra Modi.
BUFERA PER IL TEST SULLA PUREZZA DELLA RAZZA
Il quotidiano indiano è riuscito a raccogliere proprio le parole dell’archeologo Vasant S. Shinde, il quale ha ammesso che l’obiettivo è verificare come sia avvenuta la mutazione e la miscelazione dei geni nella popolazione dell’India negli ultimi 10mila anni. «La mutazione genetica dipende dall’intensità del contatto tra le popolazioni e dal tempo impiegato da questo processo. Avremo quindi un’idea chiara della storia genetica. Potresti anche dire che questo sarà uno sforzo per tracciare la purezza delle razze in India». Queste parole non potevano che creare un caso.
Rahul Gandhi, figlio di Sonia Gandhi, dell’Indian National Congress, ha ricordato che «l’ultima volta che un Paese ha avuto un ministero della cultura che studiava la purezza razziale, non è andata a finire bene. L’India vuole sicurezza del lavoro e prosperità economica, non purezza razziale, primo ministro». Jairam Ramesh, esponente dello stesso partito d’opposizione e membro della camera alta del Parlamento, su Twitter ha domandato: «La storia genetica è una cosa, ma la purezza razziale?». Il dibattito ha avuto le sue conseguenze. L’Anthropological Survey of India si è detto riluttante nel procedere, visto che l’obiettivo iniziale era quello di comprendere la diversità genetica delle popolazioni indiane tra i vari gruppi etnici.