Il Coronavirus è stato generato da una “fuga” dal laboratorio di Wuhan in Cina? E’ questa una delle ipotesi più diffuse in merito alla quale gli Stati Uniti hanno annunciato formalmente l’avvio di una indagine per appurare la vera origine della pandemia. Una fonte di Washington ha già fatto sapere che esperti dei servizi segreti avrebbero già tra le mani informazioni utili a fornire una “fotografia accurata dei fatti”. Al termine dell’indagine in corso i risultati saranno sottoposti all’attenzione di Trump ed a quel punto la Casa Bianca deciderà se ritenere Pechino responsabile della piaga pandemica causata dal Covid-19. Dopo gli Usa, spiega la Stampa, anche l’India potrebbe procedere verso questa strada dal momento che ha già depositato presso l’ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite un richiesta di azione legale nei confronti della Cina con accuse gravissime, ovvero crimini contro l’umanità. Pesanti accuse al regime erano già state formalizzate da Human Rights Watch asserendo: “Le autorità (cinesi) stanno ora riscrivendo la narrativa sul loro ruolo nella pandemia e persino suggerendo falsamente che il virus non ha avuto origine in Cina”.
INDIA CONTRO LA CINA: LE CLASS ACTION NEGLI USA CONTRO IL REGIME
L’intervento dell’India contro la Cina fa seguito alle diverse azioni legali già avviate negli Usa a titolo di risarcimento danni per via delle perdite causate dal presunto occultamento della verità da parte del regime. La prima azione arriva dalla Florida. L’avvocato titolare della causa e che rappresenta “milioni di persone” accusa: “ha agito lentamente o insabbiato i fatti per tutelare il proprio interesse economico”. Ad oggi sarebbero almeno quattro le class action avviate contro la Cina. Anche in California sono scesi in campo alcuni imprenditori e una grande società di revisione dei conti al fine di rappresentare le “piccole imprese” che stanno soffrendo le conseguenze del Covid-19. Secondo i rappresentanti legali delle class action, le bugie della Cina avrebbero prodotto danni per oltre 3500 miliardi di euro, “senza contare le perdite in termini di vite umane”. Il grido di battaglia da parte di alcuni esponenti repubblicani resta “incriminare la Cina”, una posizione sempre più bipartisan.